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Il Mosè voltato

Iniziai a scolpire il mio Mosè nel 1517, prima che partissi da Roma alla volta di Firenze. Lo abbozzai in maniera grossolana e tornai a lavorarci quando il destino mi volle di nuovo a Roma nel 1534. Però, rimetter mano alla stessa opera dopo ben diciassette anni, non è cosa da poco. Infatti con lo scorrere del tempo si cresce, si matura e la visione delle cose muta in maniera imprevedibile.

Guardai il Mosè dritto negli occhi da pari a pari e capii subito che così non poteva funzionare: era troppo immobile. Decisi allora di dargli una posa decisamente più dinamica voltandogli la testa verso sinistra e facendogli arretrare la gamba con un’abile flessione.

Il materiale che avevo a disposizione oramai era più poco in quanto la scultura era già ben abbozzata e se guardate bene, il ginocchio modificato è assai più piccolo dell’altro. Di primo acchito non si nota perché ho creato dei panneggi fra una gamba e l’altra che attirano l’attenzione dello spettatore.

 

 

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