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14 ottobre 1547: muore Perin del Vaga e viene sepolto nel Pantheon

Era il 14 ottobre del 1547 quando Perin del Vaga, al secolo Piero Bonaccorsi, passò a miglior vita.

Nato a Firenze nel 1501, fu un importante pittore e decoratore del Cinquecento e si formò presso Ridolfo del Ghirlandaio. Prese il soprannome “del Vaga” da un pittore di nome “il Vaga” con il quale collaborò all’inizio della sua carriera artistica.

La Loggia degli Eroi affrescata da Perin del Vaga, a Genova. Palazzo del Principe Doria Pamphilj
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Arrivato a Roma, divenne un collaboratore di spicco di Raffaello. Lavorò con lui alle Logge Vaticane e nelle Stanze di Raffaello, assorbendo profondamente il linguaggio classico e armonioso del Rinascimento maturo.

Dopo la morte di Raffaello, insieme a Giulio Romano, Perin del Vaga contribuì a diffondere il nuovo stile che si allontanava dall’equilibrio classico in cerca di maggiore dinamicità, eleganza sofisticata e complessità compositiva.

Gli stucchi di Perin del Vaga nella Sala Regia dei Palazzo Apostolici
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Perino si differenzia «…dai colleghi della cerchia raffaellesca per una fantasia più accesa, per un fare più estroso e bizzarro, per quel suo stile corsivo, deformato entro moduli di un’esasperata eleganza che ben presto si allontana dal raffaellismo più statico e classicheggiante».

Giuliano Briganti

Il periodo genovese e il ritorno a Roma

Il Sacco di Roma del 1527 disperse la scuola di Raffaello. Perin del Vaga si rifugiò a Genova, dove visse un periodo di grande successo.

La Maria nella Loggia degli Eroi affrescata da Perin del Vaga, a Genova. Palazzo del Principe Doria Pamphilj
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Il suo capolavoro genovese è la decorazione della Villa del Principe per Andrea Doria, in particolare il grandioso affresco con La caduta dei Giganti (1531-1533): un’opera che mostra il suo virtuosismo e la sua tendenza a un lusso decorativo di gusto raffaellesco che includeva anche l’uso degli stucchi.

Dopo un periodo a Genova, nel 1538 tornò stabilmente a Roma, dove venne oberato di incarichi prestigiosi. Lavorò infatti alle commissioni di papa Paolo III, eseguendo importanti cicli di affreschi.

Tra i suoi lavori più noti a Roma si ricordano gli affreschi nella Sala Regia in Vaticano, la Sala Paolina di Castel Sant’Angelo e la Cappella della Crocifissione all’interno della Chiesa di San Marcello al Corso.

Il mio alter ego Antonietta Bandelloni nella Loggia degli Eroi affrescata da Perin del Vaga, a Genova. Palazzo del Principe Doria Pamphilj
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Perin del Vaga venne sepolto nella Cappella di San Giuseppe del Pantheon a Roma: un onore riservato ai più grandi artisti.

Sulla sua tomba si legge l’epitaffio: «Perino Bonaccursio Vagae florentino, qui ingenio et arte singulari egregios cum pictores permultos, tum plastas facile omnes superavit, Catherina Perini coniugi, Lavinia Bonaccursia parenti, losephus Cincius socero charissimo et optimo fecere. Vixit annos 46, menses 3, dies 21. Mortuus 14 Calendis Novembris Anno Christi 1547».

Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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October 14, 1547: Perin del Vaga dies and is buried in the Pantheon

It was October 14, 1547, when Perin del Vaga, born Piero Bonaccorsi, passed away.

Born in Florence in 1501, he was an important 16th-century painter and decorator who trained under Ridolfo del Ghirlandaio. He took the nickname “del Vaga” from a painter named “il Vaga” with whom he collaborated at the beginning of his artistic career.

Upon arriving in Rome, he became a prominent collaborator of Raphael. He worked with him on the Vatican Loggias and the Raphael Rooms, deeply absorbing the classical and harmonious language of the High Renaissance.

After Raphael’s death, together with Giulio Romano, Perin del Vaga helped spread the new style that moved away from classical balance in search of greater dynamism, sophisticated elegance, and compositional complexity.

Perino differs “…from his colleagues in the Raphaelesque circle with a more vivid imagination, a more whimsical and bizarre style, and his cursive style, distorted within modules of an exaggerated elegance that quickly distances itself from the more static and classical Raphaelitism.”
-Giuliano Briganti-

The Genoese Period and the Return to Rome

The Sack of Rome in 1527 dispersed Raphael’s school. Perino del Vaga took refuge in Genoa, where he enjoyed a period of great success.

His Genoese masterpiece is the decoration of the Villa del Principe for Andrea Doria, in particular the grandiose fresco of The Fall of the Giants (1531-1533): a work that demonstrates his virtuosity and his penchant for a decorative luxury in the Raphaelesque style, which also included the use of stucco.

After a period in Genoa, he returned permanently to Rome in 1538, where he was overwhelmed by prestigious assignments. He worked on commissions from Pope Paul III, creating important fresco cycles.

Among his best-known works in Rome are the frescoes in the Sala Regia in the Vatican, the Sala Paolina in Castel Sant’Angelo, and the Chapel of the Crucifixion in the Church of San Marcello al Corso.

Perin del Vaga was buried in the Chapel of San Giuseppe in the Pantheon in Rome: an honor reserved for the greatest artists. His tomb bears the following epitaph: “Perino Bonaccursio Vagae florentino, qui ingenio et arte singulari egregios cum pictores permultos, tum plastas facile omnes superavit, Catherina Perini congi, Lavinia Bonaccursia parenti, losephus Cincius socero charissimo et optimo fecere. Lived 46 years, 3 months, 21 days. Death 14 November Calends Year of Christ 1547.

For now, yours truly, Michelangelo Buonarroti bids you farewell and invites you to join him in future posts and on social media.

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