La Madonna della scala e quello scorcio vertiginoso
La Madonna della Scala non viene citata e né si hanno notizie di lei riportate nel periodo in cui ancora ero in vita. E’ un fatto assai curioso essendo la prima opera he scolpii, giunta fino ai vostri tempi.
Prima di lei misi mano al celeberrimo Fauno sdentato che però fu trafugato durante la Seconda Guerra Mondiale e da allora è dato per perduto.
Non c’è menzione della Madonna della Scala nella prima edizione delle vite del Vasari pubblicata nel 1550, quando ancora ero in vita e nemmeno nella biografia che scrisse il Condivi, pubblicata tre anni dopo.
Non viene ricordata da Benedetto Varchi nell’orazione funebre che scrisse per me nel luglio del 1564 ma viene citata per la prima volta solo nel 1568, nell’edizione giuntina delle Vite del mio caro amico Giorgio Vasari.
Vasari scrisse che da non molti anni era stata donata da Leonardo Buonarroti, il mi nipote, al duca Cosimo I “il quale la tiene per cosa singularissima, non essendoci di sua mano altro basso rilievo che questo di scultura”.
Qualche anno dopo, nel 1616, il granduca Cosimo II restituì l’opera al mio pronipote Michelangelo Buonarroti il Giovane che la collocò in una nicchia all’interno della Camera degli Angeli, a Casa Buonarroti.
Probabilmente la Madonna della Scala rimase sempre a casa mia a Firenze fintanto che fui in vita.
In questo lavoro giovanile sono evidenti le influenze di Donatello ma non pensiate che tentai di copiarlo. Non è uno stiacciato uniforme il mio ma ci sono diversi livelli di plasticità nelle differenti parti dell’opera. La Madonna ha un aspetto monumentale e occupa in altezza tutto il bassorilievo.
Lei non presenta scorci notevoli mentre preferii dare alla scala uno scorcio vertiginoso, dal basso verso l’alto. Guardare per esempio i piedi del primo putto che lo sguardo incontra salendo i gradini e le gambe tagliate a metà del secondo e del terzo.
Uno scorcio sorprendete visto da sotto in su che cattura lo sguardo e accentra l’attenzione sui putti, posizionati all’altezza del volto della Vergine.
Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
The Madonna della Scala and that dizzying view
The Madonna della Scala is not mentioned and there is no news of her reported in the period in which I was still alive. It is a very curious fact since the work is the first that I sculpted, which has reached your time.
Before her I started working on the very famous Toothless Faun which however was stolen during the Second World War and has since then been considered lost.
There is no mention of the Madonna della Scala in the first edition of Vasari’s Lives published in 1550, when I was still alive nor in the biography written by Condivi, published three years later.
She is not mentioned by Benedetto Varchi in the funeral oration he wrote for me in July 1564 but is mentioned for the first time only in 1568, in the Giunti edition of the Lives of my dear friend Giorgio Vasari.
Vasari wrote that not many years ago it had been donated by Leonardo Buonarroti, my nephew, to Duke Cosimo I “who considers it a most singular thing, there being no other bas-relief by his hand other than this sculpture”.
A few years later, in 1616, Grand Duke Cosimo II returned the work to my great-nephew Michelangelo Buonarroti the Younger who placed it in a niche inside the Camera degli Angeli, in Casa Buonarroti.
The Madonna della Scala probably remained in my house in Florence as long as I was alive.
In this youthful work you can hear echoes of Donatello but I did not even try to copy it. Mine is not a uniform flattening but there are different levels of plasticity in the different parts of the work. The Madonna has a monumental appearance and occupies the entire height of the bas-relief.
She does not present notable glimpses while I preferred to give the staircase a dizzying glimpse, from the bottom upwards. Look for example at the feet of the first putto that the gaze meets climbing the steps and the legs cut in half of the second and third.
A surprising glimpse seen from below that captures the gaze and focuses attention on the putti, positioned at the height of the Virgin’s face.
For the moment, the ever-your Michelangelo Buonarroti bids you farewell, making an appointment with you in the next posts and on social media.

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