Carlo Maratti e il ritratto: papi e principi del Barocco romano
A quattrocento anni dalla nascita di Carlo Maratti, nato a Camerano nel 1625, e in concomitanza con la pubblicazione del catalogo ragionato delle sue opere, le Gallerie Nazionali di Arte Antica propone la mostra ‘Carlo Maratti e il ritratto. Papi e Principi del Barocco romano‘.
Un percorso espositivo dedicato all’artista noto anche come Maratta, a cura di Simonetta Prosperi Valenti Rodinò e Yuri Primarosa che, dal 6 dicembre 2024 al 16 febbraio 2025, porterà a Palazzo Barberini la produzione ritrattistica del Maestro marchigiano, figura centrale della pittura romana e italiana della seconda metà del Seicento.
Carlo Maratti fu a ragione considerato come una figura di transizione tra il Classicismo rinascimentale e il Barocco. A Roma entrò nella bottega di Andrea Sacchi, uno dei più importanti pittori classicisti del suo tempo.
Maratta riuscì a conciliare l’ideale di bellezza classica, ispirandosi soprattutto a Raffaello, con un linguaggio più dinamico e ricco di effetti tipici del Barocco. Le sue opere sono caratterizzate da una grande armonia compositiva, da colori tenui e da una cura certosina dei dettagli.

Sebbene la fortuna del pittore sia legata soprattutto ai quadri di soggetto sacro e alle numerose decorazioni eseguite per le chiese di Roma, Maratti fu un ritrattista di fama europea e riuscì a sancire il primato della sua bottega e il suo ruolo di arbitro del gusto artistico sulla scena capitolina per oltre mezzo secolo.
Per efficacia realistica, minuziosità d’esecuzione, equilibrio ed espressività, calibrata interazione fra introspezione ed esibizione del ruolo pubblico, e naturalmente per qualità pittorica, le opere in mostra, alcune delle quali restaurate per l’occasione, reggono il confronto con quelle dei migliori specialisti dell’epoca.
La fama di Maratti
La fama europea di Maratti ritrattista si fondava non soltanto sulla sua capacità di coniugare la definizione dei tratti fisionomici con una penetrante indagine del carattere, ma anche nel consegnare il personaggio alla posterità, rappresentandolo tra oggetti resi con grande maestria, e scelti appositamente per svelarne il rango, la professione, il gusto, le aspirazioni e i più reconditi interessi.
Maratti seppe articolare con nuovo slancio una formula collaudata nella ritrattistica romana, che alla metà del XVII secolo aveva raggiunto i suoi apici in pittura con Pietro da Cortona e Andrea Sacchi. Il maestro marchigiano, migliore allievo di quest’ultimo, diede vita a un’ideale e stratificata galleria di volti: immortalò non soltanto papi, prelati ed esponenti dell’aristocrazia, ma anche “belle” romane, i primi “milordi” del Grand Tour, professionisti, parenti e amici.
Le opere esposte
Nella sala dedicata alla mostra, tra i ritratti capolavoro di Maratti, saranno esposti i dipinti eseguiti per Clemente IX Rospigliosi e vari membri della famiglia Barberini, alcuni esposti per la prima volta. Il Ritratto di Maria Maddalena Rospigliosi Panciatichi (1664) con l’abito migliore del suo corredo, il potente ritratto ufficiale del Principe Maffeo Barberini (1670-1671 circa), il Ritratto del cardinale Giacomo Rospigliosi (1680) e, naturalmente, il ritratto del Papa Clemente IX Rospigliosi (1669) per il quale il pittore ebbe l’onore di poter rimanere seduto mentre dipingeva, perché la sua ispirazione non venisse in alcun modo turbata dalla stanchezza.
L’effigie del Papa, proveniente dalla Pinacoteca Vaticana, sarà confrontata con il ritratto di Giovan Battista Gaulli dello stesso pontefice, per suggellare l’incontro di due categorie apparentemente inconciliabili dell’arte seicentesca: il classicismo del Maratti e il barocco di Gaulli.
Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
Carlo Maratti and the portrait: popes and princes of the Roman Baroque
Four hundred years after the birth of Carlo Maratti, born in Camerano in 1625, and in conjunction with the publication of the catalogue raisonné of his works, the Gallerie Nazionali di Arte Antica presents the exhibition ‘Carlo Maratti and the portrait. Popes and Princes of the Roman Baroque‘,
An exhibition dedicated to the artist also known as Maratta, curated by Simonetta Prosperi Valenti Rodinò and Yuri Primarosa which, from 6 December 2024 to 16 February 2025, will bring to Palazzo Barberini the portrait production of the Master from the Marche, a central figure of Roman and Italian painting in the second half of the seventeenth century.
Carlo Maratti was rightly considered a transitional figure between Renaissance Classicism and the Baroque. In Rome he entered the workshop of Andrea Sacchi, one of the most important classicist painters of his time.
Maratta managed to reconcile the ideal of classical beauty, drawing inspiration above all from Raphael, with a more dynamic language rich in typical Baroque effects. His works are characterised by great compositional harmony, soft colours and meticulous attention to detail.
Although the painter’s fortune is linked above all to his paintings of sacred subjects and the numerous decorations he executed for the churches of Rome, Maratti was a portraitist of European fame and succeeded in establishing the primacy of his workshop and his role as arbiter of artistic taste on the Capitoline scene for over half a century.
For realistic effectiveness, meticulousness of execution, balance and expressiveness, calibrated interaction between introspection and exhibition of the public role, and of course for pictorial quality, the works on display, some of which have been restored for the occasion, can stand comparison with those of the best specialists of the time.
Maratti’s fame
Maratti’s European fame as a portraitist was based not only on his ability to combine the definition of physiognomic features with a penetrating investigation of character, but also in delivering the character to posterity, representing him among objects rendered with great mastery, and chosen specifically to reveal his rank, profession, taste, aspirations and most hidden interests.
Maratti was able to articulate with new impetus a formula tested in Roman portraiture, which in the mid-17th century had reached its peak in painting with Pietro da Cortona and Andrea Sacchi. The master from the Marche, the best pupil of the latter, created an ideal and stratified gallery of faces: he immortalized not only popes, prelates and members of the aristocracy, but also Roman “beauties”, the first “milordi” of the Grand Tour, professionals, relatives and friends.
The works on display
In the room dedicated to the exhibition, among Maratti’s masterpiece portraits, the paintings executed for Clement IX Rospigliosi and various members of the Barberini family will be exhibited, some exhibited for the first time. The Portrait of Maria Maddalena Rospigliosi Panciatichi (1664) with the best dress of her trousseau, the powerful official portrait of Prince Maffeo Barberini (circa 1670-1671), the Portrait of Cardinal Giacomo Rospigliosi (1680) and, of course, the portrait of Pope Clement IX Rospigliosi (1669) for which the painter had the honor of being able to remain seated while painting, so that his inspiration would not be disturbed in any way by tiredness.
The effigy of the Pope, from the Vatican Pinacoteca, will be compared with the portrait of Giovan Battista Gaulli of the same pontiff, to seal the meeting of two apparently irreconcilable categories of seventeenth-century art: the classicism of Maratti and the baroque of Gaulli.
For the moment, yours ever Michelangelo Buonarroti bids you farewell, making an appointment with you in the next posts and on social media.

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