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La Galleria Doria Pamphilj a Roma e le sue meraviglie

Palazzo Doria Pamphilj è il più grande palazzo presente a Roma ancora oggi abitato, ad esclusione fatta dei grandi edifici istituzionali.

Continua ad essere la residenza degli eredi della famiglia che lo fece edificare secoli orsono e una preziosa galleria d’arte da visitare.

Rosa nella Galleria Doria Pamphily.
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La storia della Galleria Doria Pamhilj

La storia della superba galleria Doria Pamphilj ebbe inizio con papa Innocenzo X, al secolo Giambattista Pamphilj che vincolò sia gli arredi che le opere di Palazzo Pamphilj a Piazza Navona, investendo il nipote Camillo della primogenitura.

Il mio alter ego Antonietta Bandelloni nella Sala da Ballo
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Palazzo Doria Pamphilj fu edificato sulla residenza del cardinale Fazio Santori. Oggi è il risultato di tante annessioni, successioni evoluzioni e di ciò che è stato aggiunto e modificato nel corso di cinquecento anni.

Conserva una grande collezione di capolavori incredibili come le tre opere del Caravaggio: il Riposo dalla Fuga d’Egitto, la sua struggente Maddalena e il San Giovanni Battista.

Il riposo durante la fuga in Egitto del Caravaggio
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Sebbene Camillo già fosse in possesso di grandi opere, la collezione si arricchì notevolmente dopo le opere arrivate grazie al matrimonio con Olimpia Aldobrandini: si devono a lei la presenza delle opere di Tiziano, del Parmigianino, Raffaello e il Beccafumi.

il mio alter ego Antonietta Bandelloni nella Galleria Doria Pamphilj
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I quattro bracci della galleria

I Quattro Bracci della Galleria Doria Pamphilj, cuore pulsante della collezione, si affacciano sul cortile interno progettato dal Bramante, caratterizzato dalle arcate tipiche rinascimentali.

Il cortile progettato dal Bramante per Palazzo Doria Pamphilj
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Nei bracci così come nella Sala degli Aldobrandini e quella dei Primitivi sono custoditi la maggior parte dei capolavori presenti nella Galleria.

L’aspetto architettonico che ha oggi il Palazzo è quello ideato e realizzato fra il 1731 e il 1734 da Gabriele Valvassori su ordine del principe Camillo Pamphilij junior.

La Maria nella Sala degli Aldobrandini, affascinata dal il sarcofago in marmo con il mito di Selene ed Endimione del III secolo d.C.
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L’esposizione delle opere è ancora quella che venne pensata nella seconda metà del Settecento, quadreria, come riportato da un documento del 1767. 

Entrando nella galleria si ha dunque la possibilità di vederla com’era allora, con lo stesso allestimento che non ha subito alcuna modifica, con dipinti quasi messi a incastro, gli uni accanto agli altri.

Galleria Doria Pamphilj
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Le Sale di rappresentanza

Il Salone dei Velluti è una delle più grandi sale e deve il suo nome ai preziosi velluti che rivestono le pareti. Il suo soffitto fu decorato da Liborio Marmorelli nel 1768 e fra le opere della sala vale la pena menzionare l’Agar e l’Angelo e il Sacrificio d’Isacco di Chiesa e l’Agar e Ismaele di Mattia Preti.

La Rosa e la Maria nella Sala dei Velluti
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La Sala da Ballo fu invece ridecorata nella seconda metà dell’Ottocento da Andrea Busiri Vici. Caratteristica la Nella zona dedicata all’orchestra con l’arpa, una gabbietta per uccelli rigorosamente d’epoca e due livree d’epoca.

La zona dell’orchestra nella Sala da Ballo
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Le opere più celebri

Sono tante le opere note presenti in questa galleria molto note.

Nella saletta dedicata a papa Innocenzo X Pamphilj si possono apprezzare nel confronto diretto il busto del pontefice scolpito magistralmente da Gian Lorenzo Bernini e il suo ritratto dipinto da Velàzquez.

Il dipinto mostra il pontefice, al secolo Giovanni Battista Pampilj, con estremo realismo. Non ne nasconde i suoi tratti meno belli ma mette in evidenza quel suo aspetto ruvido e saturnino.

Papa Innocenzo X Pamphilj ritratto dal Bernini
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Velàsquez, artista alla corte di spagna, lo realizzò fra la fine del 1649 e il gennaio del 1650 nel momento in cui erano in atto grandi stravolgimenti politici e il papato, dopo la pace di Vestfalia siglata nel 1648, si riavvicinò alla corona spagnola asburgica, abbandonando la linea che aveva mantenuto fino ad allora con la Francia.

Papa Innocenzo X Pamphilj ritratto da Velàzquez
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A poca distanza di questa saletta, c’è l’ambiente nel quale sono inseriti i tre busti scolpiti da Pietro Tenerani all’antica che ritraggono il principe Filippo Andrea V Doria Pamphilj, la moglie Lady Mary Alethea Beatrix Talbot Doria Pamphilj e la sorella Lady Catherine Guendaline Talbot Borghese, donne molto amate dai romani per le importanti opere di carità che fecero.

I tre busti furono commissionati dal principe Filippo Andrea V.

La Cappella della Galleria Doria Pamphilj
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Procedendo nella galleria ci si trova faccia a faccia con l’Allegoria non finita del Correggio e la Veduta del Porto di Napoli di Bruegel il Vecchi o la superba Deposizione dalla Croce del Vasari, ubicata nella Sala Aldobrandini in mezzo alle antichità.

Sala Aldobrandini della Galleria Doria Pamphilj
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Imperdibile la Crocifissione di Memling ma anche le due opere di Caravaggio: la Maddalena Penitente e il Riposo dalla Fuga d’Egitto.

Fra le opere scultoree più note c’è il busto di Olimpia Maidalchini Pamphilij realizzato da Alessandro Algardi, con quel manto gonfiato di aria e quell’espressione ferma così poco rassicurante.

Il busto di Olimpia Maidalchini Pamphilij realizzato da Alessandro Algardi
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Mirabile anche il raffinato busto della Principessa Emily Doria Pamphilj, scolpito da Pietro Canonica nel 1920 circondato da mirabili dipinti come l’Annunciazione di Filippo Lippi.

Il busto della Principessa Emily Doria Pamphilj, scolpito da Pietro Canonica
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C’è poco da fare. Per apprezzare bene tutte le opere presenti nella Galleria Dorima Pamphilj a Roma servono ore. Vi consiglio di visitare questo meraviglioso luogo con calma e di sedervi di tanto in tanto dinnanzi ai capolavori che più di altri vi appassionano per goderveli appieno.

Giacobbe e l’Angelo del Maderno.
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Prima di entrare nella Galleria, da poco tempo c’è la possibilità di entrare negli Appartamenti Segreti che comprendono diversi ambienti fra i quali lo splendido ninfeo di Diana.

Si tratta di una sala da bagno alcova in stile pompeiano che fu commissionata dal principe Filippo Andrea nel 1840 per regalarla alla moglie Mary Talbot.

Il Ninfeo Segreto degli appartamenti di Diana
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In questo momento all’interno della Galleria Doria Pamphilj è possibile apprezzare il cantiere di restauro aperto di un dipinto attribuito a Tiziano: l’Angelo con il Tamburello.

L’opera potrebbe essere un frammento di una grande pala d’altare, già divisa e dispersa in epoca remota. Il dipinto si presentava molto sporco e coperto di più strati di vernice che con il tempo si erano fortemente ingialliti.

L’angelo con il Tamburello attribuito a Tiziano in fase di restauro
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Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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The Doria Pamphilj Gallery in Rome and its wonders

Palazzo Doria Pamphilj is the largest building in Rome still inhabited today, with the exception of the large institutional buildings.

Even today it continues to be the residence of the heirs of the family who had it built centuries ago and a precious art gallery to visit.

The history of the Doria Pamhilj Gallery

The history of the superb Doria Pamphilj gallery began with Pope Innocent X, born Giambattista Pamphilj who bound both the furnishings and the works of Palazzo Pamphilj to Piazza Navona, investing his nephew Camillo with the birthright.

Palazzo Doria Pamphilj was built on the residence of Cardinal Fazio Santori. Today it is the result of many annexations, successive evolutions and of what has been added and modified over the course of five hundred years.

It houses a large collection of incredible masterpieces such as the three works by Caravaggio: the Rest from the Flight of Egypt, his poignant Magdalene and the St. John the Baptist.

Although Camillo was already in possession of great works, the collection was considerably enriched after the works arrived thanks to his marriage to Olimpia Aldobrandini: the presence of works by Titian, Parmigianino, Raphael and Beccafumi is owed to her.

The four arms of the gallery

The Quattro Bracci of the Galleria Doria Pamphilj, the beating heart of the collection, overlook the internal courtyard designed by Bramante, characterized by typical Renaissance arches.

Most of the masterpieces in the Gallery are kept in the arms as well as in the Aldobrandini and Primitive Halls.

The architectural aspect that the Palace has today is that conceived and built between 1731 and 1734 by Gabriele Valvassori on the orders of Prince Camillo Pamphilij junior.

The exhibition of the works is still the one that was conceived in the second half of the eighteenth century, picture gallery, as reported by a document of 1767.

Entering the gallery, therefore, one has the possibility of seeing it as it was then, with the same set-up that has not undergone any changes, with paintings almost interlocked, next to each other.

The Boardrooms

The Velvet Hall is one of the largest rooms and owes its name to the precious velvets that cover the walls. Its ceiling was decorated by Liborio Marmorelli in 1768 and among the works in the room it is worth mentioning the Hagar and the Angel and the Sacrifice of Isaac by Chiesa and the Hagar and Ismael by Mattia Preti.

The Ballroom was instead redecorated in the second half of the 19th century by Andrea Busiri Vici. In the area dedicated to the orchestra with the harp, there is a strictly period bird cage and two period liveries.

The most famous works

There are many well-known works in this well-known gallery.

In the room dedicated to Pope Innocent X Pamphilj you can appreciate in direct comparison the bust of the pontiff masterfully sculpted by Gian Lorenzo Bernini and the portrait of him painted by Velàzquez.

The painting shows the pontiff, born Giovanni Battista Pampilj, with extreme realism. It does not hide its less beautiful features but highlights its rough and saturnine aspect.

Velàsquez, an artist at the Spanish court, created it between the end of 1649 and January 1650 at a time when great political upheavals were taking place and the papacy, after the Peace of Westphalia signed in 1648, moved closer to the Spanish Habsburg crown, abandoning the line he had hitherto maintained with France.

A short distance from this room, there is the environment in which the three busts sculpted by Pietro Tenerani in the ancient style are inserted, portraying Prince Filippo Andrea V Doria Pamphilj, his wife Lady Mary Alethea Beatrix Talbot Doria Pamphilj and her sister Lady Catherine Guendaline Talbot Borghese, women much loved by the Romans for the important works of charity they did.

The three busts were commissioned by Prince Philip Andrew V.

Proceeding through the gallery, one comes face to face with the unfinished Allegory by Correggio and the View of the Port of Naples by Bruegel the Vecchi or the superb Deposition from the Cross by Vasari, located in the Sala Aldobrandini amidst the antiquities.

Do not miss the Crucifixion by Memling but also the two works by Caravaggio: the Penitent Magdalene and the Rest from the Flight of Egypt.

Among the best known sculptural works is the bust of Olimpia Maidalchini Pamphilij created by Alessandro Algardi, with that mantle inflated with air and that firm expression so not very reassuring.

Also admirable is the refined bust of Princess Emily Doria Pamphilj, sculpted by Pietro Canonica in 1920 surrounded by admirable paintings such as the Annunciation by Filippo Lippi.

There is little to do. It takes hours to fully appreciate all the works in the Dorima Pamphilj Gallery in Rome. I advise you to visit this wonderful place calmly and to sit down from time to time in front of the masterpieces that fascinate you more than others in order to fully enjoy them.

Before entering the Gallery, it has recently been possible to enter the Secret Apartments which include various rooms including the splendid nymphaeum of Diana.

It is a Pompeian-style alcove bathroom which was commissioned by Prince Philip Andrew in 1840 as a gift to his wife Mary Talbot.

At this moment, inside the Doria Pamphilj Gallery, it is possible to appreciate the open restoration site of a painting attributed to Titian: the Angel with the Tambourine.

The work could be a fragment of a large altarpiece, already divided and dispersed in remote times. The painting was very dirty and covered with several layers of paint which had yellowed over time.

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