Giudizio Universale: io ho avuto 30 anni questo desiderio…
“Io ho avuto 30 anni questo desiderio, et ora che son Papa non me lo caverò. Io straccerò il contratto e son disposto che ti mi serva ad ogni modo”. Così mi disse papa Paolo III quando s’accorse che temporeggiavo e non desideravo altro che ultimare la sepoltura di Giulio II.
Ora dovete sapere che la commissione del Giudizio Universale mi fu affidata da papa Clemente VII Medici. Nel 1534 però, quando ancora stavo studiando quella che poteva essere la composizione dell’affresco, passò a miglior vita.

Il successore Alessandro Farnese, salito al soglio di Pietro come papa Paolo II, fu ben contento di riconfermare quella commissione. Così dovetti rimandare i lavori per la tomba di Giulio II rendendo sempre più difficili i rapporti con gli eredi. A papa Paolo III non potevo dire di no.
La cosa ganza è che quella volta, invece di farmi carico delle spese dei colori, il pontefice incaricò il commissario delle fabbriche pontificie Iacopo Meleghino di coprire tutte le spese senza proferir parola.

Il colore più costoso era il prezioso lapislazzuli. Cominciai ad acquistarlo a Venezia e poi a Ferrara, non a caso città natale del commissario Meleghino.
Sapete in quante giornate è diviso il Giudizio Universale? Ben 449. Dipinsi tutto il Giudizio a buon fresco ma nella fascia inferiore adoperai anche colori a olio per avere quelle tinte metalliche che non sarebbero state ottenibile con nessun altra tecnica pittorica.
Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti e i suoi racconti
