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In più leggiadra e men pietosa spoglia

In più leggiadra e men pietosa spoglia
altr’anima non tiene
che la tuo, donna, il moto e ‘l dolce anelo;
tal c’alla ingrata voglia
al don di tuo beltà perpetue pene
più si convien c’al mie soffrire ‘l cielo.
    I’ nol dico e nol celo
s’i’ bramo o no come ‘l tuo ‘l mie peccato,
ché, se non vivo, morto ove te sia,
o, te pietosa, che dove beato
mi fa ‘l martir, si’ etterna pace mia.
    Se dolce mi saria
l’inferno teco, in ciel dunche che fora?
    Beato a doppio allora
sare’ a godere i’ sol nel divin coro
quel Dio che ‘n cielo e quel che ‘n terra adoro.

Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti co’ suoi versi antichi che ancora parlano al core

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