Le carte da gioco nella volta della Sistina
Annibale Mazzuoli fu un pittore non troppo amato e secondo alcuno sopravvalutato. Addirittura Guglielmo dell Valle, un erudito senese che ebbe modo di scrivere sulla vita del Mazzuoli lo definì come “capriccioso nelle sue composizioni, e un po’ scorretto nei disegni delle figure”. In effetti non fu un gran pittore ma voglio comunque parlarvene perché un bel giorno venne chiamato al cospetto di papa Clemente XI per metter mano ai miei affreschi sistini.
Ebbene, dovete sapere che questo Mazzuoli era anche un restauratore e gli venne affidato l’incarico di lavorare sulle lunette dove le continue infiltrazioni rischiavano di far cadere sostanziose porzioni di intonaco o di renderle completamente illeggibili. Così, dal 1710 al 1721 lavorò ai miei affreschi con l’aiuto del su figliolo Giovanni Antonio Bartolomeo e di un garzone.
Quella eseguita dal Mazzuoli fu l’ultima pulitura documentata prima del più recente restauro. A sovrintendere i lavori c’era il Maratta che era stato nominato sovrintendente di tutte le pitture del Palazzo Apostolico già sotto il pontificato di Innocenzo XII. Le lunette furono pulite adoperando vino greco, spugne e talvolta molliche di pane. Non ottenendo grandi risultati con le macchie lasciate dalle infiltrazioni d’acqua, il Mazzuoli provvide ad effettuare una verniciatura a colla su tutta la superficie che avevo realizzato a buon fresco.
Durante gli ultimi interventi di restauro diretti da Gianluigi Colalucci, all’interno dell’intonaco della fascia grigia dipinta dal Mazzuoli per nascondere l’arriccio mio, furono rinvenute due carte da gioco settecentesche murate lì proprio a testimonianza del periodo in cui venne effettuato l’intervento. Curioso, no?
Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti e i suoi aneddoti
Un aneddoto veramente curioso e interessante!
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