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10 dicembre1565: inaugurata la Fontana del Nettuno dell’Ammannati

Era il 10 dicembre del 1565 quando venne inaugurata la Fontana del Nettuno realizzata da Bartolomeo Ammannati.

La Fontana del Nettuno voluta da Cosimo I de’ Medici

La fontana era stata commissionata da Cosimo I de’ Medici per celebrare in modo maestoso le nozze del figliolo Francesco I con Giovanna d’Austria. In un periodo di rinnovamento urbano, Cosimo volle trasformare Firenze nella capitale del nascente Granducato di Toscana arricchendola con opere straordinarie, realizzate dagli artisti più in vista del momento.

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La scelta di rappresentare Nettuno, dio del mare, non fu certo casuale. Cosimo I de’ Medici volle ribadire così la sua supremazia sul controllo sulle acque toscane mettendo al centro della scena le ambizioni marittime del Granducato.

Il Nettuno ha il volto di Cosimo I

Il monumentale Nettuno in marmo di Carrara scolpito da Ammannati, più noto ai fiorentini come ‘il Biancone’ ha il volto di Cosimo I. Il granduca, per legittimare il proprio potere, volle appropriarsi dell’immagine della divinità, al contempo rendendo eterno il suo volto, immortalato per sempre in un’opera da collocare in Piazza della Signoria.

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La storia della fontana del Nettuno dell’Ammannati

La Duchessa Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo I de’ Medici, avrebbe voluto che la fontana fosse scolpita dal suo protetto, Baccio Bandinelli. Un buono a nulla, capace solo di appiccicare muscoli a casaccio sulle ossa delle opere sue.

Cosimo, invece, voleva fosse Benvenuto Cellini a realizzare quel lavoro. Accadde però che il Bandinelli morì improvvisamente e Cellini si ammalò, lasciando campo libero a un terzo artista: Bartolomeo Ammannati. Ammannati impiegò cinque anni per realizzare quel capolavoro, dal 1560 al 1565.

La figura del Nettuno si erge su un piedistallo decorato con le figure di Scilla e Cariddi, al centro di una vasca ottagonale animata dai quattro cavalli del cocchio. Ai suoi piedi, tre tritoni suonano delle tibie da cui zampilla l’acqua.

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I fiorentini, con il loro spirito ironico, non tardarono a ribattezzare il Nettuno “Biancone”, scherzando sul candore di quel marmo. Anche Cellini non risparmiò commenti pungenti: secondo la tradizione, avrebbe detto ad Ammannati, con un motto rimasto celebre a Firenze:

“Ammannato, ammannato! Quanto bel marmo t’hai sciupato!”

Attorno alla figura centrale, agli angoli della vasca, si trovano gruppi di divinità marine e un corteo di ninfe, satiri e fauni in bronzo, realizzati dal Giambologna.

Nonostante la sua imponenza, la fontana ebbe anche una funzione pratica: da quando fu inaugurata, vene usata anche come lavatoio pubblico.

Purtroppo nel corso dei secoli fu più volte vandalizzata. Uno dei satiri di Giambologna venne rubato nel 1830 e sostituito con una copia.

Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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December 10, 1565: Ammannati’s Fountain of Neptune inaugurated

It was December 10, 1565, when the Fountain of Neptune, designed by Bartolomeo Ammannati, was inaugurated.

The Fountain of Neptune commissioned by Cosimo I de’ Medici

The fountain was commissioned by Cosimo I de’ Medici to majestically celebrate the wedding of his son Francesco I to Joanna of Austria. During a period of urban renewal, Cosimo wanted to transform Florence into the capital of the nascent Grand Duchy of Tuscany, enriching it with extraordinary works created by the most prominent artists of the time.

The choice to depict Neptune, god of the sea, was certainly no coincidence. Cosimo I de’ Medici thus wanted to reaffirm his supremacy over Tuscan waters by placing the Grand Duchy’s maritime ambitions center stage.

Neptune bears the face of Cosimo I

The monumental Carrara marble Neptune sculpted by Ammannati, better known to Florentines as “il Biancone,” bears the face of Cosimo I. To legitimize his power, the Grand Duke sought to appropriate the image of the deity, simultaneously immortalizing his face, immortalizing it forever in a work to be placed in Piazza della Signoria.

The History of Ammannati’s Fountain of Neptune

Duchess Eleonora of Toledo, wife of Cosimo I de’ Medici, wanted the fountain to be sculpted by her protégé, Baccio Bandinelli. A good-for-nothing, capable only of randomly gluing muscles onto the bones of his works.

Cosimo, however, wanted Benvenuto Cellini to create the work. However, Bandinelli died suddenly and Cellini fell ill, leaving the field open to a third artist: Bartolomeo Ammannati. Ammannati took five years to create this masterpiece, from 1560 to 1565.

The figure of Neptune stands on a pedestal decorated with the figures of Scylla and Charybdis, at the center of an octagonal basin animated by the four horses of the chariot. At his feet, three Tritons play on tibias from which water gushes.

The Florentines, with their ironic wit, quickly dubbed Neptune “Biancone,” joking about the whiteness of the marble. Cellini also had some scathing comments: according to tradition, he said to Ammannati, with a motto that has remained famous in Florence:

“Ammannato, ammannato! How much beautiful marble you have ruined!”

Around the central figure, at the corners of the basin, are groups of marine deities and a procession of bronze nymphs, satyrs, and fauns, sculpted by Giambologna.

Despite its grandeur, the fountain also had a practical purpose: since its inauguration, it has also been used as a public washhouse.

Unfortunately, over the centuries it has been vandalized several times. One of Giambologna’s satyrs was stolen in 1830 and replaced with a copy.

For now, yours truly, Michelangelo Buonarroti bids you farewell and invites you to join him in future posts and on social media.

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