Le opere del Sabato Santo con la discesa di Cristo agli Inferi
Nel giorno del Sabato Santo si ricorda il giorno in cui Gesù Cristo, dopo la morte sulla Croce, scende negli inferi. E’ un evento cruciale perché sottolinea il sacrificio compiuto da Gesù per la redenzione dell’umanità. Nella teologia cristiana, la discesa agli inferi simboleggia la vittoria di Cristo sulla morte e sul peccato.
“Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito. E in spirito andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione” (1 Pt 3, 18-19).
Il sabato santo fa parte del Triduo pasquale, che comprende anche il Giovedì Santo e il Venerdì Santo. Questi tre giorni formano un periodo di penitenza e preparazione. È definito “giorno aliturgico” poiché non si celebra la messa ma la Liturgia delle Ore continua, offrendo ai fedeli l’opportunità di pregare e meditare sul mistero della fede.
Come è stato rappresentato nel corso dei secoli il Sabato Santo dagli artisti? Ecco alcune opere celebri dedicate a tal tema.

La Discesa di Cristo al Limbo del Beato Angelico
Il Beato Angelico dipinse la Discesa di Cristo al Limbo nella cella numero 31 del Convento di San marco, a Firenze. Era la cella destinata ai fratelli laici e fu pensata dall’artista come la cella ideale per far contemplare il mistero di Cristo che scende agli inferi per ricordar loro il “memento mori”, cioè la meditazione sull’ora ultima.
Il Beato Angelico dipinse gli inferi come una caverna spaventosa perché lì le anime sono prive dell’amicizia di Dio. Cristo compare nella caverna e illumina il luogo. Stringe in mani il vessillo vittorioso della Croce mentre un demonio rimane schiacciato dal peso della porta.
Altri diavoli tentano di scappare. L’uomo che alza le mano in direzione di Cristo è Abramo mentre dietro di lui si riconoscono Adamo ed Eva in preghiera. L’opera è stata realizzata tra il 1439 e il 1443.
La Discesa di Cristo al Limbo del Tintoretto
Tintoretto, al secolo Jacopo Robusti, affrontò il tema della Discesa agli Inferi nel 1568. Il grande dipinto di 3,73 metri di larghezza e 3,42 metri di altezza è custodito nella chiesa di San Cassiano a Venezia.
L’opera raffigura un momento carico di drammaticità.
Cristo irrompe sulla scena da sinistra divenendo fonte di luce. E’ avvolto in un manto rosso che si contrappone al velo bianco ma quasi trasparente con il quale Eva si copre il pube dalla parte opposta del dipinto.
In basso a sinistra cadono le figure infernali mentre a destra si vedono i volti reali dei confratelli della Scuola che qui svolgono un ruolo da testimoni per il prodigioso accadimento.
Gli sguardi rivolti verso Cristo sono pieni di speranza e attendono un suo cenno per accedere alla salvezza eterna.
Cristo scende nel Limbo del Mantegna
Il Mantegna si dedicò a questo tema del Sabato Santo nel 1492 circa dipingendolo a tempera su tavola. L’opera oggi appartiene a una collezione privata.
Mantegna raffigurò il Cristo al centro della scena e in primo piano. E’ insolitamente girato di spalle e si sta rivolgendo ai cosiddetti savi del Limbo che poi Lui stesso porterà con sé in Paradiso.
Ai lati sono visibili alcune figure già tratte fuori dall’inferno come Eva, Adamo e Abramo.

La Discesa di Cristo al Limbo del Beccafumi
Domenico di Giacomo di Pace detto Beccafumi dipinse la grande tavola a olio della Discesa di Cristo al Limbo nel 1535 circa, oggi custodita nella Pinacoteca Nazionale di Siena.
Cristo ammantanto con un drappo celeste che sta a indicare il sudario, sta davanti alle porte dell’inferno e tiene il vessillo crociato ben in vista.
Il Beccafumi lo dipinse mentre sta aiutando i patriarchi dell’Antico Testamento Adamo, Abramo, Eva e Re Davide a uscire da quel luogo.
Alle sue spalle il buon ladrone che lo segue portando la croce, in attesa di essere condotto in Paradiso.
Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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Bella rassegna, grazie
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