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31 marzo 1554: la celebre lettera che scrissi al Vasari

Era il 31 marzo del 1554 quando presi carta e penna per scrivere al Vasari una missiva da Roma che faceva diretto riferimento a mio nipote Lionardo.

Era nato da poco il primogenito di Lionardo e Cassandra e i coniugi si erano dati alla pazza gioia.Ben mi dispiace tal pompa, perché l’uomo non de’ ridere quande ‘l mondo tucto piange.

Festeggiare sì, era lecito per un’occasione simile ma l’esagerazione mai mi piacque. Erano tempi duri e fare sfoggio di troppa contentezza mi pareva poco rispettoso nei confronti di chi tribolava assai per andare avanti, giorno dopo giorno.

Roma, 31 Marzo del 1554: la lettera che scrissi al Vasari
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Il bimbo venuto al mondo fu battezzato col nome di Buonarroto mentre il secondo l’avrebbero chiamato in mio onore Michelangelo.

Orbene, Michelangelo nacque quattro anni dopo la mia morte e fu proprio lui che volle dedicarmi una casa onorevole a Firenze. Iniziò a costruirla a partire dal 1612 e tutt’oggi quel luogo esiste. Noto con il nome Casa Buonarroti in Via Ghibellina a Firenze, è un museo e un centro studi a me dedicato.

Nei mesi di gravidanza di Cassandra del primogenito, continuamente Lionardo mi raccontava per lettera come procedevano le cose e mi chiese consiglio sul nome da dare al bambino.

“Circa al por nome a’ figliuoli che tu aspecti, a me parrebbe che tu rifacessi tuo padre, e se è femina nostra madre, cioè Buonarroto e Francesca”, gli scrissi.

Quando infatti venne alla luce, Lionardo e Cassandra non ebbero dubbi nel chiamarlo Buonarroto.

Roma, 31 Marzo del 1554

Messer Giorgio amico caro, io ò avuto grandissimo piacere della vostra, visto che pure ancora vi ricordate del povero vechio, e più per esservi trovato al trionfo che mi scrivete d’aver visto rinnovare un altro Buonarroto, del quale aviso vi ringratio quanto so e po[sso]; ma ben mi dispiace tal pompa, perché l’uomo non de’ ridere quande ‘l mondo tucto piange.

Però mi pare che Lionardo abbi molto poco g[i]udicio, e massimo per far tanta festa d’uno che nasce, con quella allegrezza che s’à a serbare a la mor[t]e di chi è ben vissuto. Altro non m’achade.

Vi ringratio sommamente dell’amor che mi portate, benché io no ne sia degnio. Le cose di qua stanno pur così. A dì non so quanti d’aprile 1554.

Vostro Michelagniolo Buonarroti in Roma. Al mio caro amico messer Giorgio Vasari in Fiorenza.

Roma, 31 Marzo del 1554: la lettera che scrissi al Vasari
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Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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March 31, 1554: the famous letter I wrote to Vasari

It was March 31, 1554 when I took pen and paper to write a letter to Vasari from Rome that made direct reference to my nephew Lionardo.

Lionardo and Cassandra’s firstborn had recently been born and the couple had given themselves over to mad joy. “I am very sorry for such pomp, because man should not laugh when the whole world is crying.”

Celebrating, yes, was legitimate for such an occasion but I never liked exaggeration. Those were hard times and showing off too much happiness seemed disrespectful to me towards those who struggled a lot to get by, day after day.

The baby born into the world was baptized with the name of Buonarroti while the second was to be called Michelangelo in my honor.

Well, Michelangelo was born four years after my death and it was he who wanted to dedicate an honorable house to me in Florence. He began building it in 1612 and that place still exists today. Known as Casa Buonarroti in Via Ghibellina in Florence, it is a museum and a study center dedicated to me.

During the months of Cassandra’s pregnancy with her firstborn, Lionardo continually told me by letter how things were going and asked me for advice on the name to give the child.

“As for the names of the children you are expecting, it seems to me that you should imitate your father, and if our mother is female, that is, Buonarroto and Francesca,” I wrote to him.

In fact, when he was born, Lionardo and Cassandra had no doubts in calling him Buonarroto.

Roma 31 Marzo del 1554

Messer Giorgio amico caro, io ò avuto grandissimo piacere della vostra, visto che pure ancora vi ricordate del povero vechio, e più per esservi trovato al trionfo che mi scrivete d’aver visto rinnovare un altro Buonarroto, del quale aviso vi ringratio quanto so e po[sso]; ma ben mi dispiace tal pompa, perché l’uomo non de’ ridere quande ‘l mondo tucto piange.

Però mi pare che Lionardo abbi molto poco g[i]udicio, e massimo per far tanta festa d’uno che nasce, con quella allegrezza che s’à a serbare a la mor[t]e di chi è ben vissuto. Altro non m’achade.

Vi ringratio sommamente dell’amor che mi portate, benché io no ne sia degnio. Le cose di qua stanno pur così. A dì non so quanti d’aprile 1554.Vostro Michelagniolo Buonarroti in Roma.Al mio caro amico messer Giorgio Vasari in Fiorenza.

For now, yours ever Michelangelo Buonarroti bids you farewell, making an appointment to see you in the next posts and on social media.

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