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Michelangelo 550: al lavoro sul Mosè con quell’erroraccio

In occasione dei 550 anni dalla mia nascita, voglio proporvi oggi una litografia in cui mi si vede al lavoro sulla barba del Mosè all’interno della mia casa-laboratorio romana, in via Macel de’ Corvi.

A colpi di mazzuolo, con lo scalpello tenuto con la sinistra, continuavo a dar forma alle volute della barba, all’altezza della spalla destra.

Proprio in questo dettaglio sta l’erroraccio fatto da chi ha realizzato la litografia.

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Ero mancino e leggendo le linee delle gradine o i colpi di subbia che ancora sono identificabili in tante sculture mie, è assai evidente che impugnassi subbie e gradine con la mano destra, percosse col mazzuolo tenuto saldamente con la sinistra.

L’artista che realizzò la litografia invece fa esattamente al contrario. Probabilmente non conosceva questa particolarità.

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Mentre continuo a scolpire in piedi su di un panchetto di legno, sono quattro i personaggi che si muovono sulla scena: un armato, un prelato, una nobildonna e un bambino.

La donna non potrebbe essere la mia amata Vittoria Colonna che mai vide l’opera ultimata. Altro par di maniche per l’uomo in armatura, riconducibile a Guidobaldo II della Rovere, duca d’Urbino.

Nipote di papa Giulio II, era figliolo di Eleonora Gonzaga della Rovere e di Francesco Maria I della Rovere. Dopo la morte dello zio fu lui che seguì la commissione della tomba, quella che a tutti gli effetti considerai come la “tragedia della mia vita”.

Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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Michelangelo 550: working on Moses with that big mistake

On the occasion of the 550th anniversary of my birth, today I want to show you a lithograph in which I am seen working on Moses’ beard in my Roman home-workshop, in via Macel de’ Corvi.

With blows of the mallet, with the chisel held in my left hand, I continued to shape the curls of the beard, at the height of the right shoulder. It is precisely in this detail that the big mistake made by the person who created the lithograph lies.

I was left-handed and reading the lines of the chisels or the blows of the chisel that are still identifiable in many of my sculptures, it is very clear that I held the chisels and chisels with my right hand, struck with the mallet held firmly in my left.

The artist who created the lithograph, on the other hand, does exactly the opposite. He probably did not know this peculiarity.

As I continue to sculpt standing on a wooden bench, four characters move on the scene: an armed man, a prelate, a noblewoman and a child.

The woman could not be my beloved Vittoria Colonna who never saw the finished work. It is a different story for the man in armor, attributable to Guidobaldo II della Rovere, Duke of Urbino.

Nephew of Pope Julius II, he was the son of Eleonora Gonzaga della Rovere and Francesco Maria I della Rovere. After his uncle’s death, it was he who followed the commission for the tomb, which I considered to be the “tragedy of my life”.

For the moment, yours truly, Michelangelo Buonarroti bids you farewell and makes an appointment to see you in the next posts and on social media.

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