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Facevo un po’ come mi pare, pure con le clausole dei contratti

Mi è capitato nel corso della vita di far come volessero gli altri ma più spesso facevo di testa mia, disattendendo pure a clausole contrattuali vincolanti.

Volete qualche esempio a dimostrazione di ciò? Ne ho un paio assai calzanti.

Il 19 giugno del 1501 sottoscrissi il contratto con il cardinale senese Francesco Piccolomini per la realizzazione di quindici sculture da collocare nell’Altare di famiglia del duomo di Siena e a fare da garante ancora una volta, come già lo era stato per il Bacco e la Pietà Vaticana, fu Iacopo Galli.

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Stando a quanto scritto nel contratto, non avrei dovuto mostrare quelle sculture in fase di realizzazione a nessuno se non a due periti di parte. Uno lo avrei nominato io e l’altro il cardinale in persona che avrebbero verificato la validità e la bellezza delle opere prima di inviarle da Firenze a Siena.

Per portare a termine quel lavoro mi furono concessi tre anni di tempo durante i quali, sempre da contratto, non avrei potuto accettare altre commissioni né per realizzare sculture né qualsiasi altra cosa.

“Item sia tenuto et obligato durante li tre anni, nelli quali promette fare epse figure quindici, non torre né pigliare a fare altro lavoro di marmo o altro, per lo quale si ritardassero, ma quele sia tenuto continuare et fare di sua mano et finire tutto, come è promette per una di sua mano di m. Iacopo Galli.

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Siccome facevo come mi pare, nemmeno due mesi dopo aver sottoscritto quel contratto, firmai quello per scolpire il David, il 16 agosto del 1501, con la corporazione dell’Arte della Lana, al tempo finanziatrice dell’Opera di Santa Maria del Fiore.

ad faciendum et perficiendum et perfece finendumquendam hominem, vocatum gigantem, abozatum, rachiorum novem ex marmore, existentem in dicta opera, olim abozatum per magistrum Augustinum(…) de florentia et male abozatum…”

Ma mica fu l’unica volta quella.

Anni dopo feci di peggio. Dopo aver firmato un nuovo contratto per la realizzazione della Tomba di Giulio II con gli eredi del papa che mi impediva di impegnarmi con altri progetti, due settimane dopo accettai un incarico privato ovvero la realizzazione del Cristo Portacroce da collocare in Santa Maria Sopra Minerva per gli esecutori testamentari di Marta Porcari.

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Per i momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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I did a bit as I pleased, even with the clauses of the contracts

Over the course of my life, it has happened to me to do as others wanted but more often I did what I wanted, even disregarding binding contractual clauses.

Do you want some examples to demonstrate this? I have a couple of very good ones.

On 19 June 1501 I signed the contract with the Sienese cardinal Francesco Piccolomini for the creation of fifteen sculptures to be placed in the family altar of the Siena cathedral and to act as guarantor once again, as had already been the case for the Bacchus and the Pietà Vatican, was Iacopo Galli.

According to what was written in the contract, I should not have shown those sculptures in progress to anyone other than two expert experts. I would have nominated one and the other the cardinal himself who would have verified the validity and beauty of the works before sending them from Florence to Siena.

To complete that work I was given three years during which, again by contract, I could not accept any other commissions either to create sculptures or anything else.

“Item is required and obligated during the three years, in which he promises to make fifteen figures, not to take up or undertake to do another work in marble or anything else, for which he would be delayed, but that he is obliged to continue and do it with his own hand and finish it everything, as it promises for one of his hand of m. Iacopo Galli.”

Since I did as I pleased, not even two months after signing that contract, I signed the one to sculpt the David, on 16 August 1501, with the Arte della Lana corporation, at the time the financier of the Opera di Santa Maria del Fiore.

…ad faciendum et perficiendum et perfece finendumquendam hominem, vocatum gigantem, abozatum, rachiorum novem ex marmore, existentem in dicta opera, olim abozatum per magistrum Augustinum(…) de florentia et male abozatum…”

But that wasn’t the only time.

Years later I did worse. After having signed a new contract for the construction of the Tomb of Julius II with the pope’s heirs which prevented me from committing myself to other projects, two weeks later I accepted a private assignment namely the creation of the Christ Carrying the Cross to be placed in Santa Maria Sopra Minerva for the Marta Porcari’s executors.

For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you and will meet you in future posts and on social media.

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