La Scultura del giorno: Saffo di William Wetmore Story
La scultura del giorno che vi propongo oggi è Saffo di William Wetmore Story, modellata nel 1862 e tradotta in marmo l’anno successivo.
Il volto della poetessa greca appare tranquillo ma osservandolo meglio si nota che un pensiero pare tenere prigioniera la sua mente. E’ un’opera delicata, quasi un’intima riflessione dello scultore che nel maggio del 1862 scrisse a Charles Eliot Norton “penso che sia il mio lavoro migliore: ci ho messo tutto l’amore che potessi”.
Wetmore Story scolpì Saffo dopo la Cleopatra e la Sibilla Libica, entrambe opere che avevano riscosso l’approvazione della critica quando vennero proposte all’Expo del 1862.
Lo scultore amava sondare la psicologia delle protagoniste dei suoi lavori per tradurre in marmo le complessità dell’umore e i drammi interiori.
La maggior parte delle eroine rappresentate da Story mostrano una lotta interiore con i propri sentimenti, in bilico fra testa e cuore. Basta pensare alla sua Cleopatra che trama il suicidio mentre piange gli amori perduti e il regno che deve lasciare o a Delilah che si arrende al rimorso temporaneo dopo aver tagliati i riccioli di Sansone.
Sebbene la prima versione di Saffo di Story in marmo fu scolpita nel 1863, dalla corrispondenza dell’artista intrattenuta con amici in America, indica che stesse pensando all’opera già nel 1859 e non è un caso.
La moda di voler riprodurre la poetessa greca sia in pittura che in scultura esplose in ambito internazionale proprio in quell’anno e in modo particolare in Francia.
Furono numerose le Saffo addolorate scolpite a partire dalla fine degli anni Quaranta dell’Ottocento come le due versioni di James Pradier, in marmo e in bronzo, la scultura di Guillaume Grootaer esposta all’Esposizione Universale di Parigi nel 1855, Saffo sulla roccia di Leucade di Felix Grabowsky proposta al Salon del 1859 e due monumentali studi della poetessa rappresentata in piedi, uno di Pierre Travaux e l’altro di Pierre Loison, esposti poi al Salon del 1859 e comprati successivamente per riempire le nicchie architettoniche nella Cour del Louvre Carrée.
William Wetmore scolpì Saffo con una veste panneggiata che le scivola da una spalla lasciando scoperto un seno. La poetessa ha i capelli raccolti sulla nuca e trattenuti da un nastro e mostra una raffinata collana finemente scolpita.
Osservate la cura che l’artista mise non solo nella resa dei sentimenti di Saffo ma anche nel riprodurre i decori della sedia e della lira sulla quale è posata una rosa.
Se desiderate vedere dal vero questa scultura, non vi rimane che andare al Crystal Bridges Museum of American Art.
Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
Sculpture of the day: Sappho by William Wetmore Story
The sculpture of the day that I propose to you today is Sappho by William Wetmore Story, modeled in 1862 and translated into marble the following year.
The face of the Greek poet appears calm but looking at it better we notice that a thought seems to be holding her mind prisoner. It is a delicate work, almost an intimate reflection of the sculptor who in May 1862 wrote to Charles Eliot Norton “I think it is my best work: I have put all the love I could into it”.
Wetmore Story sculpted Sappho after Cleopatra and Libyan Sibyl, both works that had received critical approval when presented at the 1862 Expo.
The sculptor loved to probe the psychology of the protagonists of his works to translate the complexities of mood and internal dramas into marble. Most of the heroines represented by Story show an internal struggle with their feelings, balanced between head and heart. Just think of her Cleopatra plotting suicide while she mourns lost loves and the kingdom she must leave or Delilah giving in to temporary remorse after cutting off Samson’s locks.
Although Story’s first version of Sappho in marble was sculpted in 1863, the artist’s correspondence with friends in America indicates that he was thinking about the work as early as 1859, and this is no coincidence.
The trend of wanting to reproduce the Greek poet in both painting and sculpture exploded internationally in that year and particularly in France. There were numerous sorrowful Sapphos sculpted starting from the end of the 1840s such as the two versions by James Pradier, in marble and bronze, the sculpture by Guillaume Grootaer exhibited at the Universal Exhibition in Paris in 1855, Sappho on the Rock of Lefkada by Felix Grabowsky proposed at the 1859 Salon and two monumental studies of the poet represented standing, one by Pierre
Travaux and the other by Pierre Loison, then exhibited at the Salon of 1859 and subsequently bought to fill the architectural niches in the Cour del Louvre Carrée.
William Wetmore sculpted Sappho of her in a draped robe that slips from one shoulder, leaving one breast exposed. The poetess has her hair gathered at the back of her neck and held back by a ribbon and shows a refined, finely sculpted necklace.
Observe the care that the artist put not only in the rendering of Sappho’s feelings but also in reproducing the decorations of the chair and the lyre on which a rose is placed.
If you want to see this sculpture for real, all you have to do is go to the Crystal Bridges Museum of American Art.
For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you and will meet you in future posts and on social media.

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dettagli incredibili!!! 👏👏👏👏👏👏👏
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molto bella
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