La forza dell’amicizia: da Piero d’Argenta al Condivi
Nonostante le leggende che circolano sul mio conto che mi raccontano costantemente solitario, triste e scontroso, ebbi la buona grazia di stringere solide amicizie nel corso di tutta l’esistenza.
Ci furono fratellanze che durarono per anni e anni, fino alla morte, mentre altre a un certo punto si infransero come cristalli buttati dalla finestra.
A chi non è mai capitato di litigare senza rimedio con qualche conoscente, confidente o familiare? È la vita.

Fin da quando ero ragazzo non mi risparmiavo nel fornire disegni, cartoni e modelli agli amici più cari e poco importava se fossero artisti di talento o persone a cui sarebbe piaciuto imparare a disegnare con poca grazia fra le mani.
Da Piero d’Argenta a Sebastiano del Piombo, dal Condivi a Tommaso de’ Cavalieri, da Antonio Mini a Domenico di Giovanni di Bertino, detto Topolino: non mi risparmiai nel dispensare consigli, regalare disegni, modelli e tutta la mia amicizia.
Con qualcuno poi i rapporti si interruppero come con Sebastiano del Piombo ma fino a quando durò il sodalizio, l’intesa fu profonda.
Uno dei primi lavori noti che regalai fu un disegno con un San Francesco che riceve le stimmate all’amico e assistente ferrarese Piero d’Argenta. Era il periodo in cui stavo lavorando al Bacco per il cardinale Riario, a Roma e Piero tradusse quei tratti in una tavola dipinta a tempera per San Pietro in Montorio.
Purtroppo di quell’opera ebbe vita breve tanto che risulta già distrutta nel Seicento. Si oggi si ha una vaga idea di come potesse essere, lo si deve a un piccolo schizzo fatto da padre Sebastiano Resta recante un commento a lato.
Piero d’Argenta mi avrebbe poi seguito a Firenze, probabilmente Bologna e di nuovo Roma dove nel 1508 risulta la sua presenza nei primissimi momenti del cantiere degli affreschi della volta della Sistina.
Di esempi come questi è costellata tutta la mia esistenza.
Per esempio, diversi anni dopo, in piena maturità artistica, realizzai il grande cartone dell’Epifania per farlo dipingere al Condivi. Ora Ascanio Condivi sapeva scrivere assai bene ma come pittore era assai dozzinale ed era sprovvisto di qualsiasi forma di grazia.
Non importava. Era un caro amico e per lui realizzai quel meraviglioso disegno.
Il Condivi impiegò anni per portare a termine quel lavoro e la tavola oggi è custodita a Casa Buonarroti. Sapete come arrivò lì? Fu il mio pronipote Michelangelo Buonarroti il Giovane a comprarla nel 1608 a un costo elevatissimo, pensando fosse pittura di mano mia.
Per il momento i vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
The strength of friendship: from Piero d’Argenta to Condivi
Despite the legends that circulate about me that tell me constantly lonely, sad and grumpy, I had the good grace to make solid friendships throughout my life.
There were brotherhoods that lasted for years and years, until they died, while others at one point shattered like crystals thrown out the window.
Who has never had an irremediable argument with an acquaintance, confidant or family member? That’s life.
Since I was a boy I didn’t spare myself in providing drawings, cartoons and models to my closest friends and it didn’t matter if they were talented artists or people who would have liked to learn to draw with little grace in their hands.
From Piero d’Argenta to Sebastiano del Piombo, from Condivi to Tommaso de’ Cavalieri, from Antonio Mini to Domenico di Giovanni di Bertino, known as Topolino: I did not spare myself in dispensing advice, giving away drawings, models and all my friendship. Relations with some were interrupted, such as with Sebastiano del Piombo, but as long as the partnership lasted, the understanding was profound.
One of the first known works that I gave was a drawing of a Saint Francis receiving the stigmata to my Ferrara friend and assistant Piero d’Argenta. It was the period in which I was working on Bacchus for Cardinal Riario in Rome and Piero translated those traits into a panel painted in tempera for San Pietro in Montorio.
Unfortunately, that work had a short life, so much so that it was already destroyed in the seventeenth century. Yes today we have a vague idea of how it could be, it is due to a small sketch made by Father Sebastiano Resta bearing a comment on the side.
Piero d’Argenta would later follow me to Rome, probably Bologna and Rome again where in 1508 his presence was recorded in the very first moments of the construction site of the frescoes on the vault of the Sistine Chapel.
My whole existence is dotted with examples like these.
For example, several years later, in full artistic maturity, I made the large Epiphany cartoon to have it painted at Condivi. Now Ascanio Condivi knew how to write very well but as a painter he was very cheap and lacked any form of grace.
It did not matter. He was a dear friend and I made that wonderful drawing for him.
It took Condivi years to paint it and that panel is now kept in Casa Buonarroti. Do you know how he got there? It was my great-nephew Michelangelo Buonarroti the Younger who bought it at a very high cost, thinking it was a painting by my hand.
The original cartoon, on the other hand, is in the British Museum and is currently undergoing careful restoration.
For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you by making an appointment for the next posts and on social media.

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