L’arte e moda: sei libri da leggere
“La moda non è arte ma per fare vestiti bisogna essere artisti“ diceva Yves Saint-Laurent. Un motto che vale tanto ieri quanto oggi. L’arte e la moda d’altro canto sono da sempre strettamente collegate fra di loro.
Nel lungo periodo del Medioevo l’abito cominciò a essere la raffigurazione tangibile di un ruolo sociale. Sfoggiare un abito ricco di ricami e realizzato con tessuti preziosi indicava sicuramente una ricchezza impensabile per la gente comune. Lo sfarzo era roba esclusiva, solo per le classi molto abbienti.
Nel periodo rinascimentale lo sfarzo delle corti aumentò in modo significativo. Basti pensare ai preziosi tessuti usati per confezionare le vesti di Eleonora da Toledo, l’amata consorte di Cosimo I de’ Medici.
A seguire vi propongo alcuni interessanti libri dedicati al rapporto fra arte e moda.
Tutti i colori del nero. Moda e cultura del gentiluomo nel Rinascimento
Questo libro indaga un aspetto solo apparentemente marginale della civiltà del Rinascimento: il nuovo sistema della moda, nella sua complessiva economia simbolica e rappresentativa.
Nell’ambito delle pratiche nobiliari o dei ceti cittadini più ricchi, si compiva la trasformazione delle funzioni e del senso del vestire.
È il trionfo del nero, di tutti i colori del nero. Il libro lo trovate QUA.
Moda nel Rinascimento europeo. Tre abiti e tre storie
I tre saggi di questo volume si concentrano sugli abiti di Isabella d’Este, della cosiddetta Bella Nani e di Isabella di Valois, per indagare quanto possa essere fruttuosa la relazione tra arte figurativa e moda.
Se da un lato la pittura è una fonte documentaria fondamentale per la storia della moda, la storia della moda può essere uno strumento altrettanto utile per analizzare l’iconografia e il significato di un’opera.
I dipinti presi in esame nel presente studio non si limitano a mostrarci le vesti realmente indossate da queste dame: una serie di confronti con immagini, situazioni e documenti li inserisce nei contesti nei quali e per i quali sono nati, così da far emergere in modo più incisivo il messaggio che il ritratto doveva esprimere proprio grazie a quegli abiti. Il libro lo trovate QUA
Moda a Firenze 1540-1580. Lo stile di Eleonora di Toledo e la sua influenza
Firenze, 1539: l’arrivo di Eleonora di Toledo, figlia del viceré di Napoli e giovane sposa di Cosimo de’ Medici, porta in città un clima nuovo.
La moda fiorentina, ancora sotto l’influenza del moralismo del Savonarola, si apre, grazie allo stile della duchessa, al gusto internazionale. Ma, pur essendo amante del lusso e delle novità che giungono dalle principali corti europee, Eleonora è attenta a non urtare la suscettibilità dei suoi sudditi attraverso un’eccessiva ostentazione.
Adotta uno stile sobrio, in cui elementi della tradizione si combinano con le novità, modello di misura e armonia per le successive sovrane di Firenze. Il guardaroba della duchessa, ricostruito sui documenti d’archivio, quasi nella sua completezza, permette un’analisi accurata di ogni singolo capo di vestiario, visivamente individuato nella ritrattistica coeva; di ogni capo si segue l’evoluzione di foggia e di gusto nel corso di quarant’anni circa. Il libro lo trovate QUA.
L’arte della coiffure. I parrucchieri, la moda e i pittori
Il presente volume fornisce informazioni puntuali sulla dimensione storica di questa antichissima arte e dei suoi professionisti: i parrucchieri. In esso sono contenute nuove riflessioni sulla moda capelli e sui nessi che intercorrono tra i pittori, gli scultori e gli acconciatori.
L’opera si chiude con un decalogo del parrucchiere ideale. Il libro lo trovate QUA.
L’arte della moda. L’età dei sogni e delle rivoluzioni. 1789-1968
La moda dipinta, ritratta, scolpita, realizzata dai grandi artisti. L’abito che modella, nasconde, dissimula o promette il corpo.
L’abito come segno di potere, di ricchezza, di riconoscimento, di protesta. Cifra distintiva di uno stato sociale o identificativa di una generazione. La moda come opera e comportamento. L’arte come racconto e come sentimento del tempo.
Dal Settecento a oggi, la mostra ricostruisce e racconta un inedito e affascinante viaggio tra due arti sorelle. Nel Settecento la moda diventa moderna e diffusa tra classi sociali diverse. L’abito come oggetto di consumo modifica lentamente l’organizzazione della distribuzione, sempre più caratterizzata, soprattutto nelle città, da luoghi fissi.
L’arte del sarto nel medioevo. Quando la moda diventa un mestiere
Nei secoli XIII-XV il metodo di lavoro dei sarti si modifica in relazione a nuove pratiche sociali connesse al vestiario. Queste ultime si diffondono non solo nelle corti ma anche nelle città, grazie a una clientela più sensibile al consumo degli abiti che, nel frattempo, sono diventati dei simboli di distinzione sociale e di lotta di classe.
I sarti, riuniti in corporazioni, si organizzano per far fronte alla richiesta di inediti abiti aderenti, da indossare sotto maestosi abiti sempre più ricercati. L’accresciuta domanda di vesti arricchisce le competenze di questi artigiani, che raggiungono un alto livello di specializzazione divenendo promotori e coordinatori di più attività coinvolte nella produzione dei capi di abbigliamento.
Attraverso informazioni ricavate da fonti scritte, figurative e materiali, il volume descrive il lavoro del sarto nel tardo medioevo, mettendone in evidenza il ruolo nell’economia cittadina, le capacità tecniche e l’apporto creativo. Il libro lo trovate QUA.
Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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