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L’ultimo Michelangelo di Forcellino: la recensione

Antonio Forcellino, il noto restauratore e studioso dell’arte rinascimentale, dopo la quadrilogia di romanzi storici dal titolo Il Secolo dei Giganti, torna a scrivere un saggio: L’ultimo Michelangelo. Dal Giudizio Universale alla Cappella Paolina, pubblicato da Editori Laterza.

L’autore affonda le mani in una parte della mia vita non così nota al grande pubblico, quella che ebbe inizio nel momento in cui la mia profonda fede cominciò ad avvicinarsi ai princìpi discussi dagli Spirituali.

Quella fase coincide con il periodo in cui stavo lavorando al Giudizio Universale e va ben oltre la mia morte. Continuerà dopo quel fatidico 18 di febbraio del 1564 con un’opera di censura che riguarderà il Giudizio Universale, i miei ultimi affreschi della Cappella Paolina e uno stravolgimento del significato della Tomba di Giulio II a opera del Vasari con la seconda edizione delle Vite.

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L’ultimo Michelangelo. Dal Giudizio Universale alla Cappella Paolina non permette disattenzioni. Se ci si distrae durante la lettura si incorrere nel rischio di perdere il significato di concetti necessari per capire cosa si cela dietro parte della mia produzione artistica. Non preoccupatevi però perché come sempre Forcellino narra e intreccia gli eventi senza mai rendere l’argomento trattato pesante né poco comprensibile.

La nota caratteristica è il suo modo di scrivere del tutto personale e ovunque riconoscibile. Riesce sempre a catturare il lettore nella prima pagina e lo conduce fino alle ultime righe senza annoiarlo. Sono di parte? Si, senza dubbio: ma tanto son morto e posso palesare chi mi piace o meno senza incorrere in ulteriori problemi di censura.

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Pagina dopo pagina Forcellino ci porta direttamente in quello stretto rapporto che avevo instaurato con il gruppo degli Spirituali, che faceva tremare il terreno sotto ai piedi al terribile cardinale Carafa mentre ambiva al papato.

Abbinando precise testimonianze documentarie a proprie intuizioni, l’autore ci offre una rilettura calzante in chiave Spirituale delle mie ultime opere.

Ma perché così a lungo nessuno aveva messo mai in dubbio il significato di Lia e Rachele alla destra e alla sinistra del Mosè prendendo per buone le righe scritte in merito dal mio carissimo amico Vasari?

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E sì che il Vasari e il Condivi ne hanno di falle nei loro testi ed è noto da lungi che non possono essere presi per oro colato. Mediante un’opera di censura messa nero su bianco, il Vasari riesce a sviare il reale significato della Vita Attiva e della Vita Contemplativa avendo un grande credito nei secoli a seguire.

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L’appendice del volume è suddivisa in due parti.

La prima riguarda le vicende della Pietà che dipinsi per Vittoria Colonna con ulteriori approfondimenti mentre la seconda riporta il carteggio fra me e la Colonna relativo proprio alla medesima Pietà, con le considerazioni dell’autore.

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Su di me sono stati scritti fiumi di carta e c’è tanto ancora da studiare e da mettere nero su bianco, su questo non v’è dubbio alcuno. Il libro L’ultimo Michelangelo. Dal Giudizio Universale alla Cappella Paolina diventa necessario per comprendere meglio il significato delle opere della vecchiaia.

Senza avere ben chiaro il mio rapporto con gli Spirituali, il Beneficio di Cristo e lo spauracchio tangibile dell’Inquisizione, tentare di capire le mie ultime opere e comprendere il perché di alcune scelte diventa impossibile.

Potrei raccontarvi molto altro in merito a questa nuova opera letteraria di Antonio Forcellino ma se vi svelo ogni cosa che gusto poi ci trovereste nel leggerla?

Il libro L’ultimo Michelangelo. Dal Giudizio Universale alla Cappella Paolina lo trovate QUA.

Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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