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29 marzo: omaggio a Colalucci a un anno dalla sua scomparsa

“Colalucci ma non ha mai avuto paura di danneggiare in qualche punto Michelangelo?” Chiede il giornalista Nino Crescentini nel documentario da lui girato sui ponteggi della Sistina.

“No, paura di danneggiarlo no perché la paura l’ho prima di cominciare e quindi prendo tutte le precauzioni necessarie e comunque paura e dubbio nell’operazione di restauro è importante che ci siano perché questo serve a fare delle verifiche prima, durante e dopo il lavoro”. Risponde Gianluigi Colalucci.

Il restauratore Gianluigi Colalucci è venuto a mancare lo scorso anno, il 29 marzo 2021. Fu lui ad avere per primo l’intuizione che al di sotto i depositi smarriti di colle animali, polvere e sporcizia dei miei affreschi sistini, ci fossero colori molto più vividi assai diversi da quelli che da secoli eravamo abituati a vedere.

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Ha condotto innumerevoli restauri importanti ma sicuramente quello più noto è il cantiere della Cappella Sistina.

Fu il capo restauratore della volta della Sistina prima e del Giudizio Universale poi. Assieme alla sua squadra composta formata da Maurizio Rossi, Pier Giorgio Bonetti e Bruno Baratti, lavorò a quello che venne considerato il restauro del secolo, dal 1980 al 1994.

In quegli anni lui e la sua equipe hanno lavorato costantemente ripresi dalla Nippon Television Network Corporation che aveva finanziato il cartiere con ben 4,2 milioni di dollari in cambio dei diritti cinematografici.

Colalucci al lavoro sulla lunetta con Ruth e Obet
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Vi siete mai chiesti quale solvente adoperassero per sciogliere gli strati di sporco e colle animali che secolo dopo secolo si erano depositati sopra i miei affreschi? Era l’AB57, un solvente messo a punto dai tecnici dell’Istituto Centrale del Restauro, formulato e testato ampiamente nei 12 anni precedenti all’intervento di restauro eseguito sulla volta della Cappella Sistina.

Questo prodotto di sintesi conteneva bicarbonati e sali leggermente acidi, un fungicida e una gelatina che assieme all’acqua dava vita al solvente. Il modo di applicazione e i tempi furono però stabiliti direttamente dal team di restauro per pulire dalle patine che si erano accumulate nel corso dei secoli i 1200 metri quadrati di affresco.

Gianni Giansanti/Gamma-Rapho
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“Conosco quella pittura centimetro per centimetro, sono stato impastato con Michelangelo, la sua pittura è parte di me”.

Gianluigi Colalucci

Sapete, mi rimane il rimpianto di non aver fatto in tempo a conoscerlo di persona. Sarebbe stata l’occasione giusta per dirgli grazie.

Prima di lasciarvi, vi propongo il documentario integrale di Nino Crescentini e un altro interessante filmato in cui Colalucci ricorda gli anni in cui stava lavorando al restauro del secolo. Buona visione dal vostro Michelangelo Buonarroti.

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March 29: homage to Colalucci one year after his death

“Colalucci, but has he never been afraid of damaging Michelangelo at some point?” Asks the journalist Nino Crescentini in the documentary he shot on the scaffolding of the Sistine Chapel.

“No, I’m afraid of damaging it, no because I have fear before starting and therefore I take all the necessary precautions and in any case fear and doubt in the restoration operation it is important that they exist because this is used to carry out checks before, during and after the work “. Gianluigi Colalucci answers.

The restorer Gianluigi Colalucci passed away last year, on March 29, 2021. He was the first to have the intuition that under the lost deposits of animal glues, dust and dirt in my Sistine frescoes, there were much more colors very different from those we had been accustomed to seeing for centuries.

He has carried out countless important restorations but certainly the best known is the construction site of the Sistine Chapel.

Colalucci al lavoro sulla lunetta con Ruth e Obet
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He was the chief restorer of the Sistine vault first and then of the Last Judgment. Together with his team made up of Maurizio Rossi, Pier Giorgio Bonetti and Bruno Baratti, he worked on what was considered the restoration of the century, from 1980 to 1994.

In those years, he and his team worked constantly under the Nippon Television Network Corporation which had financed the paper mill with 4.2 million dollars in exchange for the film rights.

Have you ever wondered which solvent they used to dissolve the layers of dirt and animals that had deposited on my frescoes century after century? It was AB57, a solvent developed by the technicians of the Central Institute of Restoration, formulated and tested extensively in the 12 years preceding the restoration work carried out on the vault of the Sistine Chapel.

This synthetic product contained bicarbonates and slightly acidic salts, a fungicide and a gelatin which together with the water gave life to the solvent. However, the method of application and the times were established directly by the restoration team to clean the 1200 square meters of fresco from the patinas that had accumulated over the centuries.

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“I know that painting inch by inch, I was mixed with Michelangelo, his painting is part of me”.

Gianluigi Colalucci

You know, I still regret not having had time to meet him in person. It would have been the right occasion to say thank you.

Before leaving you, I propose the full documentary by Nino Crescentini and another interesting film in which Colalucci remembers the years in which he was working on the restoration of the century. Good vision from your Michelangelo Buonarroti.

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