13 settembre 1506: muore il Mantegna a Mantova
Il 13 settembre del 1506, Andrea Mantegna passò a miglior vita in quel di Mantova. Colui che, come scrisse Ulisse degli Aleotti scolpì in pittura, chiuse gli occhi a 75 anni fra difficoltà economiche non indifferenti.
Durer che stava programmando un viaggio alla volta di Mantova per andare a conoscerlo, si rammaricò di non essere partito prima da Venezia.
Il Mantegna era nato fra il 1430 e il 1431 sull’Isola di Carturo in provincia di Padova. All’età di dieci anni cominciò a frequentare la bottega di Squarcione, nel cuore di Padova. In quel momento in città erano presenti artisti del calibro di Donatello, Filippo Lippi e Paolo Uccello: una ghiotta occasione per un giovane che voleva apprendere il mestiere studiando dal vero le opere dei grandi artisti del suo tempo.
Qualche anno più tardi il Mantegna fu chiamato a far parte del gruppo di artisti che stavano decorando la cappella Ovetari all’interno della chiesa degli Eremitani a Padova.
Si mise al lavoro per affrescare le Storie di San Giacomo e San Cristoforo. Di questo grande ciclo pittorico ne è arrivata fino ai vostri tempi solo una parte con le figure degli Apostoli, l’Assunta, il Martirio di San Cristoforo e il Trasporto del corpo del Santo.
Fra i numerosi capolavori del Mantegna, vale la pena ricordare la superba Camera degli Sposi, quella che venne definita come “la camera più bella del mondo”.
Si trova nel torrione Nord-Est del Castello di San Giorgio a Mantova e l’artista impiegò nove anni per portare a termine l’impresa cominciata nel 1465.
Ebbe sempre opinione Andrea, che le buone statue antico fussino più perfette e avessino più belle parti, che non mostra il naturale; attesochè quegli eccellenti maestri, secondo che è giudicava e gli pareva vedere in quelle statue, evevano da molte persone vive cavato tutta la perfezione della natura, la quale di rado in un corpo solo accozza ed accompagna insieme tutta la bellezza.
Onde è necessario pigniarne da uno una parte e da un’altro un’altra: ed oltre a questo, gli parevano le statue più terminate e più tocche in su muscoli, vene, nervi ed altre particelle, le quali in naturale, coprendo con la tenerezza e morbidezza della carne certe crudezze, mostra talvolta meno…
E si conosce di questa opinione essersi molto compiaciuto nell’opere sue nelle quali si vede invero la maniera un pochetto tagliente, e che tira talvolta più alla pietra che alla carne viva
Vasari, Le vite de’ piu eccellenti pittori scultori et architetti
Atra opera molto apprezzata e conosciuta del Mantegna è il Cristo Morto, una tempera su tela oggi conservata alla Pinacoteca di Brera a Milano. Lo scorcio prospettico del Cristo è considerato il vertice massimo della della sua produzione artistica.
Bene fece Mantegna a dipingere il Cristo morto inquadrandolo dai piedi. Da quella posizione, l’immobilità della morte emana una vibrazione mistica singolare, quella del sabato santo. Gesù non aveva più l’entelechia che animava il suo corpo, eppure tutto il sepolcro era pervaso da un’aura dorata, indubbio segno di gloria. Dov’era il suo spirito che gli aveva dato sinora la vita? Il Signore era disceso tra i morti per visitare i giusti dell’antico patto
Piergiorgio Mariotti
I libri
Ecco a voi due interessanti libri dedicati al Mantegna e alle sue più belle opere.
Mantegna. Cristo morto. Ediz. illustrata
Se volete approfondire ogni aspetto della nota opera Cristo Morto del Mantegna, vi consiglio questo volume interamente dedicato a questa importante tela, scritto da Bandera.
Il dipinto molto probabilmente era destinato alla devozione personale del pittore già che risulta registrato nel 1506 fra le opere presenti proprio nel suo studio dopo la sua morte.
Se invece volete acquistare un libro che vi racconto tutta la vita e tutte le opere del Mantegna, vi propongo il volume monografico a cura di Mauro Lucco che trovate QUA.
Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
- L’uomo che legge mentre Aman viene crocifisso
- All’ombra di Leonardo: la nuova mostra alla Venaria Reale di Torino
- La Scultura del giorno: la Donna sull’Amaca del Frilli
- 25 marzo: il Dantedì ai Musei del Bargello
- Gli studi anatomici di uno scorticato
13 September 1506: Mantegna dies in Mantua
On 13 September 1506, Andrea Mantegna passed away in that of Mantua. The one who, as Ulysses degli Aleotti wrote, sculpted in painting, closed his eyes at the age of 75 amidst considerable economic difficulties.
Durer, who was planning a trip to Mantua to meet him, regretted not having left Venice earlier.
Mantegna was born between 1430 and 1431 on the island of Carturo in the province of Padua. At the age of ten he began to frequent the Squarcione workshop, in the heart of Padua. At that moment in the city there were artists of the caliber of Donatello, Filippo Lippi and Paolo Uccello: a wonderful opportunity for a young man who wanted to learn the trade by studying the works of the great artists of his time from life.
A few years later Mantegna was called to be part of the group of artists who were decorating the Ovetari chapel inside the Eremitani church in Padua.
He set to work to fresco the Stories of San Giacomo and San Cristoforo. Only a part of this great pictorial cycle has survived until your time with the figures of the Apostles, the Assumption, the Martyrdom of St. Christopher and the Transport of the Saint’s body.
Among the numerous masterpieces by Mantegna, it is worth mentioning the superb Camera degli Sposi, what was defined as “the most beautiful room in the world”.
It is located in the north-east tower of the Castle of San Giorgio in Mantua and it took the artist nine years to complete the feat begun in 1465.
Another much appreciated and well-known work by Mantegna is the Dead Christ, a tempera on canvas now preserved in the Pinacoteca di Brera in Milan. The perspective glimpse of Christ is considered the highest point of his artistic production.
For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you by giving you an appointment at the next posts and on social networks.

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