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Quella lettera a Pietro Urbano della Biblioteca civica Bertoliana

Fra tutti i tesori che possiede la Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza c’è anche una lettera mia che scrissi il 20 agosto del 1519 a Pietro Urbano. Urbano era un mio collaboratore che all’inizio pareva volesse apprendere l’arte della scultura sul serio ma poi, quando lo misi alla prova affidandogli a Roma il completamento della seconda versione del Cristo Portacroce. Come mi scrisse in una lettera Sebastiano del Piombo “Ma io vi fo intender che tutto quello ha lavorato ha storpiato ogni cossa, maxime ha scortato el piede drito, che si vede manifestamente ne le ditta che lui l’ha mozze”.

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Nel 1519, prima del disastro del Cristo di Santa Maria sopra Minerva, lavorava per me nel lungo e travagliato progetto della facciata della Basilica di San Lorenzo a Firenze. Da tempo non avevo notizie dalle cave in quel di Seravezza e al momento ero dovuto tornare a Firenze.

Così presi carta e penna per chiedere a che punto fossero i lavori di estrazione dei marmi. Mi informai se già fossero stati estratti e sbozzati i marmi per quell’opera. Misi la lettera nelle mani del carradore Michele Lelli che sarebbe andato a Pietrasanta. Lì c’era l’Urbino e gli avrebbe consegnato quel mio sollecito che necessitava una risposta immediata.

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Il foglio che adoperai per scrivere la lettera l’avevo già usato per tracciare la testa e il petto di un uccello rapace ma anche per studiare una gamba maschile. Questi tre disegni sono miei mentre la testa scarnificata e la zampa dell’uccello poco sopra la firma molto probabilmente no. Forse uno dei miei allievi che si era esercitato su quel foglio, chissà.

Forse vi sarete chiesti come mai questa lettera con tanto di disegni miei oggi appartenga alla Biblioteca Civica Bertoliana di Vicenza.

Non è un mistero ma il frutto di una donazione che venne fatta nel 1866 da un privato che ne era in possesso assieme ad altri epistolari e manoscritti che erano appartenuti ai conti Alessandro e Leonardo Trissino. La lettera è stata restaurata nel 2002 dall‘Istituto di Patologia del libro di Roma con il contributo del Rotary Club Vicenza.

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A seguire vi riporto integralmente il testo della lettera in questione

Firenze, 20 agosto del 1519

Pietro, partendosi di qua Michele per [ire] a Pietra S(anct)a, per questa per lui t’aviso chom’io non ò anchora avuto lectere da cte chome mi promectesti. Però avisami più presto che puoi, e massimamente delle pietre per le cholonne che ‘l Pollina mi disse che s’erono chavate chostà.

Avisami se gli è vero e quante ve n’è da fare e che marmi sono.Delle pietre mia delle figure avisami anchora chome va; e se tu vedessi avere a perdere assai tempo a ‘spectare di charichare, vientene. Più presto che star chostà, potrassi ritornare. Michele ti manderà questa per uno a posta; fagli la risposta e lui me la manderà. A dì venti d’agosto. Michelagniolo in Firenze. A Pietro che sta chon Michelagniolo schultore in Charrara.

Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti con i suoi racconti e le sue lettere.

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