Vai al contenuto

Crudel pietate e spietata mercede

Ben doverrieno al sospirar mie tanto
esser secco oramai le fonti e ‘ fiumi,
s’i’ non gli rinfrescassi col mie pianto.
    Così talvolta i nostri etterni lumi,
l’un caldo e l’altro freddo ne ristora,
acciò che ‘l mondo più non si consumi.
    E similmente il cor che s’innamora,
quand’el superchio ardor troppo l’accende,
l’umor degli occhi il tempra, che non mora.
    La morte e ‘l duol, ch’i’ bramo e cerco, rende
un contento avenir, che non mi lassa
morir; ché chi diletta non offende.
    Onde la navicella mie non passa,
com’io vorrei, a vederti a quella riva
che ‘l corpo per a tempo di qua lassa.
    Troppo dolor vuol pur ch’i’ campi e viva,
qual più c’altri veloce andando vede,
che dopo gli altri al fin del giorno arriva.
    Crudel pietate e spietata mercede
me lasciò vivo, e te da me disciolse,
rompendo, e non mancando nostra fede,
e la memoria a me non sol non tolse,
. . . . . . . . . . . .

Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti con i suoi versi

Leave a Reply

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: