Fu grazie a Luigi del Riccio che mi curai
Come dice il proverbio? Chi sbaglia paga e i cocci sono i suoi. Così, en passant. Giornata torrida pure oggi. Ancora non ho ritrovato la salute perduta: sono un po’ uno straccio da un po’ meno di un mese a questa parte. Avrei bisogni di fermarmi un attimo: forse guarirei prima ma non m’è concesso.
Quand’ero in vita soffersi tanto per la renella… quelli che oggi chiamate calcoli. C’erano giorni che dal dolore mi mancava pure il fiato. Mi facevo coraggio: stringevo i denti, cercavo di star dritto e di tener ferma la mano. Fu un periodo molto difficile quello ma non erano pochi gli anni che ancora mi attendevano da vivere.
Nel 1544 prima e nel gennaio del 1546 la situazione divenne insostenibile tanto che stringere i denti e farmi coraggio non bastò più. Il mio fidato amico Luigi del Riccio con la sua benevolenza mi convinse a farmi curare, dandomi ospitalità in via dei Banchi Vecchi, a Roma.
Luigi del Riccio era sì l’agente del banco degli Strozzi a Roma ma era anche colui che sbrigava per me anche le faccende più piccole. Se non ci fosse stato lui, con il suo modo di fare amorevole e quasi materno nei miei riguardi, forse avrei vissuto meno a lungo.
Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti e i suoi quotidiani racconti.
“Lionardo- Io ti scrissi per l’ultima mia del mio male della pietra, il quale è cosa crudelissima, come sa chi l’à provato. Dipoi sendomi dato a bere una certa aqqua, m’à fatto gittar tanta materia grossa e bianca per orina con qualche pezzo della scorza della pietra, che io son molto migliorato […]”
"Mi piace"Piace a 1 persona
Già, quanto tribolai… ci sta a pennello questo suo commento :-*
"Mi piace"Piace a 1 persona
Preso, parola per parola, da una tua lettera, caro Michelangelo.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Certo, scritta al mi nipote Lionardo il 15 marzo del 1549 😉
"Mi piace""Mi piace"