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Tommaso: luce del secol nostro unica al mondo

Roma, 30 Novembre del 1532

Inconsideratamente, messer Tomao s(ignio)r mio karissimo, fui mosso a scrivere a Vostra S(igniori)a, non per risposta d’alcuna vostra che ricievuta avesse, ma primo a muovere, come se creduto m’avesse passare con le piante asciucte un picciol fiume, o vero per poca aqqua un manifesto guado. Ma poi che partito sono dalla spiaggia, non che picciol fiume abbi trovato, ma l’occeano con soprastante onde m’è apparito inanzi, tanto che se potessi, per non esser in tucto da quelle sommerso, alla spiaggia ond’io prima parti’ volentieri mi ritornerei. Ma poi che son qui, fareno del cuor rocha e andereno inanzi; e se io non arò l’arte del navicare per l’onde del mare del vostro valoroso ingegnio, quello mi scuserà, né si sdegnierà del mio disaguagliarsigli, né desiderrà da mme quello che in me non è perché chi è solo in ogni cosa, in cosa alcuna non può aver compagni.

Però Vostra S(igniori)a, luce del secol nostro unica al mondo, non può sodisfarsi d’opera d’alcuno altro, non avendo pari né simile a ssé. E se pure delle cose mia, che io spero e promecto di fare, alcuna ne piacerà, la chiamerò molto più aventurata che buona; e quand’io abbi mai a esser certo di piacere, come è decto, in alcuna cossa a Vostra S(ignori)a, il tempo presente, con tucto quello che per me à a venire, donerò a quella, e dorrami molto forte non potere riavere il passato, per quella servire assai più lungamente che solo con l’avenire, che sarà poco, perché son troppo vechio.

Non altro che dirmi. Leggiete il cuore e non la lectera, perché ‘la penna al buon voler non può gir presso’. Ò da scusarmi che nella prima mia mostrai maravigliosamente stupir del vostro peregrino ingegnio, e così mi scuso, perché ò chonosciuto poi in quanto errore i’ fui; perché, quanto è da maravigliarsi che Dio facci miracoli, tant’è che Roma produca uomini divini. E di questo l’universo ne può far fede.

Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti, perdutamente innamorato di Tommaso de’ Cavalieri, forse ancor prima di conoscerlo.

Michelangelo Buonarroti-887954

3 Comments »

  1. Egr. Sig. Buonarroti, dalla gustosissima lettera inviata a sua signoria Tommaso, non si evince e necessita di una introduzione, da subito ho pensato a D’Aquino, ma risulta un dialogo impossibile con quel teologo e filosofo che visse 200 anni prima, e dato i miei limiti ho sentito la mancanza di una introduzione, la prenda come un rilievo affettuoso.

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  2. hops….
    Tommaso de’ Cavalieri (Roma, 1509 – Roma, 1587) è stato un nobile italiano, molto amato da Michelangelo Buonarroti. De’ Cavalieri aveva 23 anni quando Michelangelo lo incontrò nel 1532, all’età di 57 anni: il suo aspetto sembrò calzante ai canoni di bellezza maschile ideale dell’artista, che lo descrisse come “luce del secolo nostro, paragone per il mondo intiero”.[1] I due rimasero legati per lungo tempo, tanto che de’ Cavalieri era presente alla morte dell’artista.

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