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Il bianco bianco e il nero più che funebre

El ciglio col color non fere el volto
col suo contrar, che l’occhio non ha pena
da l’uno all’altro stremo ov’egli è volto.
L’occhio, che sotto intorno adagio mena,
picciola parte di gran palla scuopre,
che men rilieva suo vista serena,
e manco sale e scende quand’ el copre;
onde più corte son le suo palpebre,
che manco grinze fan quando l’aopre.
El bianco bianco, el ner più che funebre,
s’esser può, el giallo po’ più leonino,
che scala fa dall’una all’altra vebre.
Pur tocchi sotto e sopra el suo confino,
e ‘l giallo e ‘l nero e ‘l bianco non circundi.

Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti che oggi ha voglia solamente di ascoltare il rumore del mare e i suoi versi

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