Non si butta via nulla
Chissà che mestiere avrei fatto se Lorenzo il Magnifico non m’avesse fatto entrare nel suo giardino di San Marco per imparare i primi rudimenti della scultura di Bertoldo di Giovanni e se i fratelli Ghirlandaio non m’avessero preso a bottega con loro.
Lo scalpellino come i tanti che lavoravano a Settignano? E chi lo sa…
Avrei potuto anche diventare un uomo di lettere. In fondo il mi’ babbo, volendo far di me un omo perbene, mi obbligò a frequentare la scuola di grammatica di Francesco da Urbino. Non è che quella disciplina non mi garbasse, il fatto è che avevo un fervore addosso per l’arte che nemmeno con le botte me lo tolse dalla testa ma soprattutto non dal cuore.
Fatto sta che continuai a scrivere per tutta la vita poesie e lettere a destra e a manca. Dopotutto anche quelle poche lezioni non disertate di grammatica mi son state utili.
Della mia vita terrena non butto via nulla. Gioie e dolori, entusiasmi e delusioni, giornate piene di vigore creativo e notti insonni: tutto m’è servito per dar vita alle mie opere e per diventare l’uomo che oggi conoscete e continuate ad ammirare per le sue creazioni a distanza di secoli dalla mia dipartita dal vostro mondo.
Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti che oggi si sente un po’ poeta senza dimenticare d’esser stato prima scultore.
