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Il David è in buone mani

Se non avessi altri problemi stasera potrei anche chiudermi in Santa Croce e cedere a un sonno ristoratore. Forse vi starete domandando il perché di cotanta tranquillità.

Ebbene, come forse saprete, scolpii il David adoperando un blocco a dir poco gigante ma assai difettato. Già all’epoca era pieno di taroli e cretti ovvero di piccoli buchetti e crepe sottili. Tutto il peso dell’imponente complesso poggia sulle caviglie da più di quattrocento anni. Non so come potrebbe restare in piedi senza l’intervento divino a seguito di un sisma violento nonostante la pedana su cui poggia, progettata proprio per attenuare le scosse telluriche.

C’è una restauratrice però che con amorevoli cure si occupa di lui. Non solo ha ridato un aspetto più dignitoso al mio ragazzone (come lo chiama lei) ma esegue un’attenta manutenzione periodica affinché continui a mostrarsi al pubblico in splendida forma fino a quando rimarrà in piedi. Ecco il motivo della mia allegrezza. 

Lunga vita al David e a Cinzia Parnigoni che me lo accudisce come un figlio.

 

Il vostro Michelangelo Buonarroti, sempre riconoscente ai bravi restauratori.

David-Foto-di-Alessandro-Marzio

cinzia-3

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