


Quando scrissi risentito a papa Clemente VII
Presi carta e penna, mi sedetti e cominciai a scrivere a papa Clemente VII quello che mi passava per la testa. Sarà stato pure papa ma di marmi e rapporti con cavatori e scalpellini ero io che me n'intendevo, non lui.

La casa della via de’ Martegli non mi piaceva
Il mi nipote Lionardo, dopo tanto discutere, stava per prender moglie. La questione mi stava particolarmente a cuore perché qualche erede l'avrei voluto volentieri.

Ecco cosa risposi al Re di Francia
Non mi sarebbe dispiaciuto lavorare anche per il Re di Francia Francesco I ma il tempo non mi bastava nemmeno per portare a termine i lavori che avevo già in carico.

Assediato dal condurre i marmi
Nel 1518 ero impegnato in quel di Seravezza nella ricerca dei marmi per la facciata della Basilica di San Lorenzo che m'aveva commissionato un par d'anni prima papa Leone X.

La lettera autografa destinata al mio amato Tommaso de’ Cavalieri
Tommaso mi sconvolse la vita.

La riverenza che aveva l’Ammannati nei miei confronti
L'Ammannati nei mie confronti aveva una vera e propria ammirazione. Mi considerava suo maestro e forse di più tanto da appellarmi in una lettera Sua Maestà.

Mal sano e chon grandissima faticha
Tempi duri quelli che mi videro impegnato negli affreschi della volta sistina. Mi mancavano una manciata di mesi per terminare quel lavoro che mi vide impegnato per quattro anni ma a volte sentivo le forze per farlo venirmi meno.

4 giorni prima di morire: Daniele da Volterra richiama Lionardo a Roma
Oramai il corso della vita mia stava giungendo alla fine e di lì a poco me ne sarei andato dal mondo terreno. Quattro giorni prima del giorno fatale...

Quella volta in cui chiesi di non lavorare più per la Fabbrica di San Pietro
Ero stanco e gli anni che avevo mi pesavano tutti sul groppone, facendomi piegare la schiena e le gambe. Eppure continuavo a lavorare incessantemente per il papa e anche per diletto mio...