La Gioconda di Leonardo da Vinci: la storia e il viaggio che l’ha portata al Louvre
La Gioconda di Leonardo da Vinci, conosciuta in tutto il mondo come Monna Lisa, è uno dei dipniti più celebri della storia dell’arte e ogni anno porta al Louvre migliaia di visitatori.
Con il suo sorriso appena accennato molto mitizzato ma non dissimile a quello che mostrano gli altri uomini e donne dipinti da Leonardo, a distanza di oltre cinque secoli, ad affascinare milioni di persone.
La sua mitizzazione ha un’origine ben precisa che ebbe origine con un furto sorprendente.

Sebbene oggi la Gioconda sia custodita al Museo del Louvre di Parigi, la sua storia ebbe origine in Italia, nel cuore del Rinascimento.
La Gioconda: nascita di un capolavoro del Rinascimento
Leonardo da Vinci iniziò a dipingere la Gioconda a Firenze intorno al 1503. Secondo le fonti più accreditate, la donna ritratta è Lisa Gherardini, moglie del mercante fiorentino Francesco del Giocondo. Il dipinto sarebbe quindi nato come un ritratto privato, destinato a celebrare la famiglia e il ruolo sociale della donna.
Tuttavia, a differenza di molte altre opere, Leonardo non consegnò mai il dipinto al committente. La Gioconda rimase con lui per anni, accompagnandolo nei suoi spostamenti e subendo continui perfezionamenti.
Descrizione dell’opera: il sorriso, lo sguardo e lo sfumato
Dal punto di vista visivo, la Gioconda rappresenta una vera rivoluzione nella storia del ritratto. La donna è raffigurata a mezzo busto, seduta davanti a un paesaggio immaginario, con il corpo leggermente ruotato e il volto rivolto verso l’osservatore. Le mani incrociate, posate con naturalezza, trasmettono equilibrio e calma.
Il volto è il cuore dell’opera. Il celebre sorriso enigmatico non è mai del tutto definito: appare e scompare a seconda dell’angolazione e della luce. Questo effetto è ottenuto grazie alla magistrale tecnica dello sfumato, che elimina i contorni netti e crea transizioni morbide tra luce e ombra. Mi preme però sottolineare il fatto che in tutti i volti dipinti da Leonardo, il sorriso è il medesimo tanto da diventare quasi monotono.
E’ una sorta di ‘marchio di fabbrica’ dell’artista il sorriso dipinto in quel modo. Guardate per esempio l’opera con Sant’Anna, la Vergine e il Bambino, la Vergine delle Rocce oppure, meglio ancora, il San Giovanni Battista.
Lo sfondo, con i suoi fiumi, ponti e montagne irreali, sebbene sia stato cercato in lungo e in largo nei dintorni di Firenze, probabilmente o perlomeno a mio avviso, non rappresenta un luogo reale ma un paesaggio mentale e simbolico, che amplifica la profondità e l’atmosfera dell’opera.
Leonardo e la Gioconda: un’opera mai conclusa
Leonardo considerava la Gioconda un’opera in continua evoluzione. Anche quando lasciò l’Italia, il dipinto lo accompagnò. Nel 1516, accettò l’invito del re di Francia Francesco I e si trasferì ad Amboise, portando con sé alcuni dei suoi capolavori più importanti, tra cui la Gioconda.
Questo gesto spiega perché la Gioconda non si trovi oggi in Italia: Leonardo stesso la portò in Francia, probabilmente considerandola una delle sue opere più personali e rappresentative.
Perché la Gioconda è al Louvre
Alla morte di Leonardo nel 1519, la Gioconda entrò nelle collezioni reali francesi, molto probabilmente acquistata direttamente dal re Francesco I. Per secoli il dipinto fu custodito nelle residenze reali, come il castello di Fontainebleau e Versailles.
Dopo la Rivoluzione Francese, le collezioni della monarchia divennero patrimonio pubblico e la Gioconda fu trasferita al Museo del Louvre, dove è esposta stabilmente dal 1797.
Da allora, il dipinto non ha mai lasciato la Francia, se non per rare esposizioni temporanee.
Il furto del 1911 e la nascita del mito moderno
Un capitolo fondamentale della storia della Gioconda è il furto del 1911, quando l’opera fu sottratta dal Louvre dall’italiano Vincenzo Peruggia. Il dipinto scomparve per due anni, attirando l’attenzione dei media internazionali. Fu allora che nacque il mito del dipinto, fino ad allora considerato sì bello e affascinante ma non così eccezionale.
Peruggia, inconsapevolmente, rubando l’opera determinò la nascita del mito.
Quando fu ritrovata a Firenze nel 1913, la Gioconda era ormai diventata un fenomeno mondiale.
Protetta da un vetro antiproiettile e conservata in condizioni climatiche controllate, la Gioconda oggi continua a essere oggetto di studi, teorie e interpretazioni.
Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
Leonardo da Vinci’s Mona Lisa: The Story and Journey That Brought It to the Louvre
Leonardo da Vinci’s Mona Lisa, known throughout the world as the Mona Lisa, is one of the most famous paintings in the history of art, attracting thousands of visitors to the Louvre every year.
With her subtle smile, much mythologized but not unlike that of the other men and women painted by Leonardo, she has fascinated millions of people over five centuries later. Her mythologization has a very specific origin, which began with a surprising theft.
Although today the Mona Lisa is housed in the Louvre Museum in Paris, its history began in Italy, at the heart of the Renaissance.
The Mona Lisa: Birth of a Renaissance Masterpiece
Leonardo da Vinci began painting the Mona Lisa in Florence around 1503. According to the most reliable sources, the woman portrayed is Lisa Gherardini, wife of the Florentine merchant Francesco del Giocondo. The painting thus originated as a private portrait, intended to celebrate the family and the social role of women.
However, unlike many other works, Leonardo never delivered the painting to its patron. The Mona Lisa remained with him for years, accompanying him on his travels and undergoing continuous refinements.
Description of the work: the smile, the gaze, and the sfumato
Visually, the Mona Lisa represents a true revolution in the history of portraiture. The woman is depicted half-length, seated before an imaginary landscape, her body slightly turned and her face turned toward the viewer. Her crossed hands, placed naturally, convey balance and calm.
The face is the heart of the work. The famous, enigmatic smile is never fully defined: it appears and disappears depending on the angle and the light. This effect is achieved thanks to the masterful sfumato technique, which eliminates sharp edges and creates soft transitions between light and shadow. I would like to emphasize, however, that in all of Leonardo’s painted faces, the smile is so consistent that it becomes almost monotonous. It’s a sort of trademark of the artist, a smile painted in that way. Look, for example, at the work with Saint Anne, the Virgin and Child, the Virgin of the Rocks, or, even better, Saint John the Baptist.
The background, with its rivers, bridges, and unreal mountains, although searched far and wide in the Florence area, probably—at least in my opinion—represents not a real place but a mental and symbolic landscape, which amplifies the depth and atmosphere of the work.
Leonardo and the Mona Lisa: an unfinished work
Leonardo considered the Mona Lisa a work in constant evolution. Even when he left Italy, the painting accompanied him. In 1516, he accepted the invitation of the King of France, Francis I, and moved to Amboise, bringing with him some of his most important masterpieces, including the Mona Lisa.
This gesture explains why the Mona Lisa is not in Italy today: Leonardo himself brought it to France, likely considering it one of his most personal and iconic works.
Why the Mona Lisa is in the Louvre
Upon Leonardo’s death in 1519, the Mona Lisa entered the French royal collections, most likely purchased directly by King Francis I. For centuries, the painting was kept in royal residences, such as the Château de Fontainebleau and Versailles.
After the French Revolution, the monarchy’s collections became public property, and the Mona Lisa was transferred to the Louvre Museum, where it has been permanently exhibited since 1797.
Since then, the painting has never left France, except for rare temporary exhibitions.
The 1911 theft and the birth of the modern myth
A key chapter in the history of the Mona Lisa is the theft of 1911, when the work was stolen from the Louvre by the Italian Vincenzo Peruggia. The painting disappeared for two years, attracting international media attention. It was then that the myth of the painting was born, until then considered beautiful and fascinating but not particularly exceptional.
Peruggia, unknowingly, by stealing the work, gave rise to the myth.
By the time it was rediscovered in Florence in 1913, the Mona Lisa had become a worldwide phenomenon.
Protected by bulletproof glass and stored in controlled climate conditions, the Mona Lisa continues to be the subject of study, theories, and interpretations.
For now, yours truly, Michelangelo Buonarroti bids you farewell and invites you to join him in future posts and on social media.

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