Dalla vanità alla grazia: Marta e Maria Maddalena di Caravaggio
L’opera che vi propongo oggi è il dipinto di ‘Marta e Maria Maddalena‘ realizzato da Caravaggio tra il 1598 e il 1599 circa, appartenente oggi al Detroit Institute of Arts, negli Stati Uniti.
Il dipinto di dimensioni assai contenuto affronta il tema religioso della conversione in un contesto intimo, come era solito fare il grande artista.
La commissione
L’opera venne molto probabilmente commissionata da Ottavio Costa, il banchiere di origine genovese residente a Roma che amava in modo particolare i dipinti di Caravaggio.
Molto devoto, Costa chiese all’artista il dipinto per collocarlo in un ambiente privato. Le due figure femminili, secondo alcuni studiosi possono essere ricondotte a Fillide Melandroni, celebre cortigiana della Rma dell’epoca che molto spesso fece da modella all’artista e a un’altra giovane donna che probabilmente Caravaggio ben conosceva.
Marta e Maria Maddalena
Caravaggio dipinse le due giovani in un ambente semplice e poco illuminato. Maria Maddalena sulla destra, tiene uno specchio con il braccio sinistro. La scelta della sinistra non è casuale: lo specchio sinonimo di vanità, in questo modo viene associato al male.
Sfoggia abiti lussuosi e gioielli raffinati che rievocano la sua vita passata da cortigiana. La sorella Marta affida i suoi pensieri al gesto plateale della mano. Indica il fiore del gelsomino, simbolo di purezza e di conversione al Divino.
Sul tavolo si vedono lo specchio, il pettine e un vasetto contenente unguenti o profumi: tutti quanti sono elementi simbolici che fanno riferimento a una vita dissoluta.
La luce che irrompe sulla scena da sinistra modella i volti e soprattutto le mani delle giovani. E’ come se il pentimento di Maria Maddalena fosse suggerito dall’illuminazione, come una sorta di risveglio interiore.
Il tema proposto da Caravaggio in questo dipinto è quello narrato nel Vangelo di Luca che racconta l’incontro di Cristo con le sorelle Marta e Maria.
Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
From Vanity to Grace: Martha and Mary Magdalene by Caravaggio
The work I’m featuring today is the painting “Martha and Mary Magdalene,” created by Caravaggio between 1598 and 1599, now held at the Detroit Institute of Arts in the United States.
This relatively small work addresses the religious theme of conversion in an intimate setting, as the great artist often did.
The Commission
The work was most likely commissioned by Ottavio Costa, the Genoese-born banker living in Rome who was particularly fond of Caravaggio’s paintings.
A deeply devout man, Costa asked the artist to paint it for a private setting. According to some scholars, the two female figures may be attributed to Fillide Melandroni, a famous royal courtesan of the time who often served as a model for the artist and another young woman whom Caravaggio likely knew well.
Martha and Mary Magdalene
Caravaggio painted the two young women in a simple, dimly lit setting. Mary Magdalene, on the right, holds a mirror in her left arm. The choice of the left arm is no coincidence: the mirror, synonymous with vanity, is thus associated with evil.
She sports luxurious clothes and refined jewelry that evoke her past life as a courtesan. Her sister Martha expresses her thoughts with a dramatic gesture of her hand. She points to the jasmine flower, a symbol of purity and conversion to the Divine.
On the table are the mirror, the comb, and a small jar of perfume: all symbolic elements that refer to a dissolute life.
The light that bursts onto the scene from the left shapes the faces and especially the hands of the young women. It is as if Mary Magdalene’s repentance were prompted by the illumination, like a sort of inner awakening.
The theme Caravaggio explores in this painting is the one narrated in the Gospel of Luke, which recounts Christ’s encounter with his sisters Martha and Mary.
For now, yours truly, Michelangelo Buonarroti bids you farewell and invites you to join him in future posts and on social media.

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