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Miei versi che io stesso parafrasai

Di versi nel corso della vita ne scrissi molti e ne corpus dei miei sonetti sono presenti una cinquantina di epitaffi in rima che composi per Cecchino Bracci.

Cecchino Bracci era un giovinetto dalle buone maniere che era venuto a imparar da me l’arte della scultura. Aveva solo sedici anni quando morì all’improvviso e quella vita spezzata così presto mi commosse e sconvolse.

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Morì nel periodo in cui ero parecchio indaffarato con la progettazione della Piazza del Campidoglio e suo zio Luigi del Riccio mi pregò di realizzare una bella tomba per il ragazzo.

Ne progettai una assai semplice ma raffinata e ben studiata. L’esecuzione però volli affidarla al mio assistente Urbino: Se volete volete vederla, andare direttamente nella Chiesa dell’Aracoeli a Roma.

Di uno degli epitaffi che composi per Cecchino Bracci, ce ne fu uno in particolare che volli parafrasare per lettera allo zio Luigi del Riccio.

Il ritratto che mi fece il Bugiardini, Casa Buonarroti
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Ma chi era costui?

Luigi del Riccio era l’agente del banco degli Strozzi a Roma e per me sbrigava anche le faccende più piccole. Un caro amico insomma e ancora oggi devo digli grazie.

Nel 1544 poi successivamente nel gennaio del 1546, i calcoli renali mi misero a dura prova. Fu proprio grazie a lui che decisi di farmi curare e in quei momenti più duri mi offrì ospitalità a casa sua, in via dei Banchi Vecchi, a Roma.

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Ma torniamo a noi e alla parafrasi che gli inviai in una lettera scritta nel 1544:

“L’amico vostro parla, e dice: “Se ‘l ciel tolse ogni bellezza a tutti gli altri uomini del mondo per far me solo, come fece, bello; e se, per legge divina, al dì del Giudicio io debba ritornare il medesimo che vivo son stato; ne seguita che la bellezza che m ha data non la può rendere a chi e’ l’ha tolta, ma che io debba esser bella più che gli altri in etterno, e lor brutti”. E questo e’ el contrario del concetto che mi dicesti ieri; e l’uno è favola, e l’altro è verità”.

A seguire vi riporto l’epitaffio in versi originale.

Non può per morte già chi qui mi serra
la beltà, c’al mortal mie largir volse,
renderla agli altri tutti a chi la tolse,
s’alfin com’ero de’ rifarmi in terra.

Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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1 commento »

  1. Ho notato che sul blog del 1 febbraio è presente lo stesso dipinto utilizzato per la copertina del libro ” memorie di una lunga vita “, ma né qua né là si dice chi è l’ autore del quadro. Sono curioso: grazie !

    Piace a 1 persona

    • Si tratta del ritratto che mi fece il Passignano attorno al Seicento. E’ un olio su tela ed è custodito nella Galleria Enrico Lumina di Bergamo. Comunque mi ha dato un’idea, prossimamente scriverò un articolo proprio su questo dipinto. Un abbraccio

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