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Restauro a porte aperte per il ‘Ritratto di Giovane Donna’ del Pollaiolo

È iniziato il restauro dell’opera ‘Ritratto di Giovane Donna’ dipinto da Piero del Pollaiolo, opera identitaria del Museo Poldi Pezzoli di Milano.

Un importante progetto che verrà effettuato dal vivo: i visitatori potranno vedere a distanza ravvicinata i restauratori all’opera sul capolavoro del Pollaiolo.

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Il Ritratto di giovane donna di Piero del Pollaiolo è diventata un’immagine iconica che ha conosciuto una notevolissima fama a partire dagli anni Settanta dell’Ottocento, quando fu acquisita da Gian Giacomo Poldi Pezzoli.

Caratterizzato da un’elevata qualità stilistica e tecnica, viene citato dalla critica come uno dei più bei ritratti del Quattrocento italiano.

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L’ultimo restauro eseguito sull’opera risale al 1951 ed era giunta l’ora di sottoporre la tavola e la superficie pittorica, ormai molto ingiallita a una approfondita campagna di indagini diagnostiche.

Solo in questo modo si è riusciti a stabilire in modo scientifico la tipologia di intervento conservativo
da effettuare.

La dettagliata campagna diagnostica con il supporto della Fondazione Bracco, Partner Scientifico di questo restauro e da anni impegnata in questo campo, a cura di un team di scienziati delle Università degli Studi di Milano e spin off IUSS-Pavia DeepTrace Technologies in collaborazione con il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, coordinati dalla Prof.ssa Isabella Castiglioni.

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Per i restauratori Carlotta Beccaria e Roberto Buda, le indagini sono state indispensabili per valutare lo stato di salute rispettivamente degli strati pittorici e del supporto ligneo e progettare il tipo di intervento
necessari.

Il restauro del supporto ligneo

La strategia dell’intervento verrà definita solo dopo aver rimosso dalla tavola le traverse inserite nel 1951 da Mauro Pellicioli. Fu Ettore Modigliani ad affidare a Pelliccioli i restauri dei dipinti in vista della riapertura nel 1925 della Pinacoteca di Brera. Pensate che ne eseguì 627 in soli quattro anni, un record.

L’intervento del 1951 con l’inserimento di due traverse piane a coda di rondine aveva lo scopo di costringere il tavolato, incurvatosi naturalmente a una forma planare, all’epoca considerata migliore dal punto di vista estetico.

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La compressione generata però ha deformato il supporto ligneo e una tensione che inevitabilmente si è trasferita agli strati pittorici, con il rischio di creare spaccature della tavola, sollevamenti e distacchi della
materia pittorica.
La fenditura che attraversa il volto della fanciulla ritratta è un evidente punto di rischio perché al di sotto del film pittorico il supporto ligneo dovrebbe essere integro.

“Rimuovere le traverse attuali e dotare il dipinto di traverse di nuova generazione che possano assecondare, grazie ad un controllo di tipo elastico, i naturali movimenti del legno consentirà alla tavola di rilassarsi. E’ una tecnica di intervento messa a punto e adottata da decenni che ha dato buoni risultati ai fini della salvaguardia
della superficie pittorica perché permette un controllo delle deformazioni non vincolante, consentendo al tavolato di trovare un equilibrio ottimale con le variazioni dimensionali dovute al continuo equilibro con i valori termo igrometrici dell’ambiente espositivo, inevitabilmente soggetti a cambiamenti stagionali”

Roberto Buda, esperto di interventi sul supporto.

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Il restauro della superficie pittorica

L’immagine indotta dai raggi ultravioletti e le immagini dell’infrarosso in falso colore hanno evidenziato la presenza di ritocchi pittorici.

Le analisi di imaging iperspettrale combinate a quelle puntuali (FORS e XRF) consentono di identificare i pigmenti stesi in miscela o in sottili strati sovrapposti: blu oltremare e azzurrite per il cielo, biacca per le perle bianche, vermiglione e lacca rossa di origine animale per i rossi, un pigmento rameico, probabilmente malachite, per i verdi.

L’immagine all’infrarosso rivela il disegno preparatorio, realizzato con grande precisione a tecnica mista: l’incisione del profilo con una pietra nera e la definizione dei dettagli a pannello con inchiostro carbonioso.

Infine, la TAC rivela informazioni sul supporto ligneo, costituito da una tavola unica, indebolita da gallerie di tarlo.

La storia del dipinto

L’opera mostra una giovane dama mentre sullo sfondo si vede un cielo azzurro con alcune nuvole.

La complessa acconciatura è arricchita da un frenello ovvero il filo di perle che scende sulla fronte. La collana a cui si aggancia un pendente con un grosso rubino e la sontuosa manica in velluto dalla decorazione floreale indicano la ricchezza e l’origine aristocratica della dama.

Il volto in prefetto profilo come vuole l’antica ritrattistica, è segnato da una sottile linea nera di contorno, che lo fa risaltare nettamente.

La posa di profilo veniva scelta soprattutto per pudore perché evita che lo sguardo dell’effigiata intercetti quello dell’osservatore.

L’identità della giovane è ignota ma è probabile che si trattasse di una dama fiorentina andata In
sposa nella seconda metà del Quattrocento a Giovanni II da Barbiano, conte di Cunio, presso la cui famiglia il dipinto restò fino al 1814.

L’opera potrebbe essere stata realizzata nell’imminenza delle nozze, ai tempi il momento di massima visibilità pubblica per una giovane.

Il dipinto, databile al 1470 circa, è il più famoso di una serie di ritratti femminili, attualmente divisi
fra diversi musei europei e americani, eseguiti nell’arco di quindici anni da Piero del Pollaiolo.

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Fratello minore di Antonio, pittore orafo e scultore, Piero si dedicò esclusivamente alla pittura; i
contemporanei lo consideravano uno tra i maggiori pittori di Firenze, pari al Botticelli e al Ghirlandaio.

Tipica del Pollaiolo è la tecnica pittorica, resa con una materia densa e compatta che dà consistenza e spessore ai dettagli più minuti. La straordinaria attenzione alla luce testimonia l’influenza delle novità introdotte dai pittori fiamminghi a lui contemporanei.

Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

Un dipinto di Pietro da Cortona da salvare a Seravezza
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Restoration visible to all of Pollaiolo’s ‘Portrait of a Young Woman’

The restoration of the work ‘Portrait of a Young Woman’ painted by Piero del Pollaiolo, an identifying work of the Poldi Pezzoli Museum in Milan, has begun…

An important project that will be carried out live: visitors will be able to see the restorers at work on Pollaiolo’s masterpiece up close.

Piero del Pollaiolo’s Portrait of a Young Woman has become an iconic image that has enjoyed considerable fame since the 1870s, when it was acquired by Gian Giacomo Poldi Pezzoli.

Characterized by a high stylistic and technical quality, it is cited by critics as one of the most beautiful portraits of the Italian Quattrocento.

The last restoration carried out on the work dates back to 1951 and the time had come to subject the panel and the pictorial surface, now very yellowed, to an in-depth campaign of diagnostic investigations.

Only in this way was it possible to scientifically establish the type of conservation intervention
to be carried out.

The detailed diagnostic campaign with the support of the Bracco Foundation, Scientific Partner of this restoration and engaged in this field for years, carried out by a team of scientists from the University of Milan and spin off IUSS-Pavia DeepTrace Technologies in collaboration with the La Venaria Reale Conservation and Restoration Center, coordinated by Prof. Isabella Castiglioni.

For the restorers Carlotta Beccaria and Roberto Buda, the investigations were indispensable to evaluate the
state of health of the pictorial layers and the wooden support respectively and to plan the type of intervention
necessary.

The restoration of the wooden support

The intervention strategy will be defined only after removing the crosspieces inserted in 1951 by Mauro Pellicioli from the panel. It was Ettore Modigliani who entrusted Pelliccioli with the restoration of the paintings in view of the reopening of the Pinacoteca di Brera in 1925. Consider that he made 627 in just four years, a record.

The 1951 intervention with the insertion of two flat dovetail crosspieces had the purpose of forcing the planking, naturally curved, into a planar shape, considered better from an aesthetic point of view at the time.

However, the compression generated deformed the wooden support and a tension that inevitably transferred to the pictorial layers, with the risk of creating cracks in the panel, lifting and detachments of the pictorial material. The crack that crosses the face of the girl portrayed is an obvious point of risk because underneath the pictorial film the wooden support should be intact.

“Removing the current crosspieces and equipping the painting with new generation crosspieces that can accommodate, thanks to an elastic type of control, the natural movements of the wood will allow the panel to relax. It is an intervention technique developed and adopted for decades that has given good results for the purpose of safeguarding the pictorial surface because it allows a non-binding control of deformations, allowing the panel to find an optimal balance with the dimensional variations due to the continuous balance with the thermo-hygrometric values ​​of the exhibition environment, inevitably subject to seasonal changes”

-Roberto Buda, expert in interventions on the support-

Restoration of the painted surface

The ultraviolet-induced image and false-color infrared images have highlighted the presence of pictorial retouching.

Hyperspectral imaging analyses combined with point analyses (FORS and XRF) allow us to identify the pigments spread in a mixture or in thin overlapping layers: ultramarine blue and azurite for the sky, white lead for the white pearls, vermilion and red lake of animal origin for the reds, a copper pigment, probably malachite, for the greens.

The infrared image reveals the preparatory drawing, made with great precision using a mixed technique: the engraving of the profile with a black stone and the definition of the details on the panel with
carbon ink.

Finally, the CT scan reveals information on the wooden support, consisting of a single board, weakened by woodworm galleries.

The history of the painting

The work shows a young lady while in the background we can see a blue sky with some clouds.

The complex hairstyle is enriched by a frenello, or string of pearls that falls on the forehead. The necklace to which a pendant with a large ruby ​​is attached and the sumptuous velvet sleeve with floral decoration indicate the wealth and aristocratic origins of the lady.

The face in perfect profile as ancient portraiture dictates, is marked by a thin black outline line, which makes it stand out clearly.

The profile pose was chosen above all for modesty because it prevents the gaze of the portrayed woman from intercepting that of the observer.

The identity of the young woman is unknown but it is probable that she was a Florentine lady who married Giovanni II da Barbiano, Count of Cunio, in the second half of the fifteenth century, with whose family the painting remained until 1814.

The work could have been created in the imminence of the wedding, at the time the moment of maximum public visibility for a young woman.

The painting, datable to around 1470, is the most famous of a series of female portraits, currently divided between various European and American museums, executed over a period of fifteen years by Piero del Pollaiolo.

Antonio’s younger brother, a goldsmith painter and sculptor, Piero devoted himself exclusively to painting; his contemporaries considered him one of the greatest painters in Florence, equal to Botticelli and Ghirlandaio.

Pollaiolo’s pictorial technique is typical, rendered with a dense and compact material that gives consistency and depth to the smallest details. The extraordinary attention to light testifies to the influence of the innovations introduced by the Flemish painters who were his contemporaries.

For the moment, the ever-your Michelangelo Buonarroti bids you farewell, making an appointment with you in the next posts and on social media.

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