10 agosto 1537: quando dovetti porre rimedio alla solitudine del papa nel giorno di San Lorenzo
Con papa Paolo III Farnese andavo assai d’accordo. Eletto al soglio pontificio nel 1534 eravamo quasi coetanei.
Lui era nato sette anni prima di me e di tanto in tanto si intratteneva a conversare con me.
Il 10 d’agosto del 1537, giorno di San Lorenzo, il pontefice era particolarmente malinconico. Si sentiva solo e non voleva trascorrere un giorno così importante senza nessuno accanto.
Avrebbe assai gradito la mia compagnia. Sapeva bene che ero fiorentino e San Lorenzo era era una sorta di secondo patrono per Firenze.
Paolo III Farnese chiese al suo segretario di fiducia nonché tesoriere Jacopo Meleghino di scrivermi una lettera da consegnare a meno.
Se per me non fosse stato troppo disturbo, avrebbe voluto vedere la Cappella Sistina in mia compagnia. In quel frangente stavo lavorando al Giudizio Universale che m’aveva commissionato il predecessore papa Clemente VII, commissione confermata però dopo la sua morte dal pontefice in carica
A seguire vi riporto la lettera integrale del Meleghino. Buona lettura
Roma, 10 agosto del 1537
Magnifico messer Michelangelo honorando, Nostro Signore è venuto a fare cantare una messa in la sua capelletta di Palazzo, perché hoggi è la festa di Santo Lorenzo, che è titulo della detta capella, et hoggi starà qui in Palazzo per stuffarsi domatina per il fresco.
Poi la sera se ne ritornarà a Santo Marco. Hor, perché Sua Santità se trova qui sola et non ha chi la intertenga, desideraria, quando non vi fusse di scommodo alcuno, ragionare con voi, et se vi fusse piacere vederia volentieri la pittura della capella.
Sua Santità me ha imposta che vi scriva la presente polliza; prego Vostra Signoria che per il presente mio servitore me facciate intendere quello che potete fare, et potendo venire, a che hora serete qua. Et sempre di core me vi raccomando. Servitore Iacopo Meleghino.
Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
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August 10, 1537: When I Had to Remedy the Pope’s Loneliness on the Feast of San Lorenzo
I got along very well with Pope Paul III Farnese. Elected to the papal throne in 1534, we were almost the same age.
He was born seven years before me and would occasionally chat with me.
On August 10, 1537, the feast of San Lorenzo, the pontiff was particularly melancholic. He felt lonely and did not want to spend such an important day without anyone by his side.
He would have greatly enjoyed my company. He knew well that I was Florentine and San Lorenzo was a sort of second patron saint for Florence.
Paul II asked his trusted secretary and treasurer Jacopo Meleghino to write me a letter to be delivered to me.
If it had not been too much trouble for me, he would have liked to see the Sistine Chapel in my company. At that time I was working on the Last Judgement that my predecessor Pope Clement VII had commissioned, a commission that was confirmed after his death by the pontiff in office
Below I report the full letter from Meleghino. Enjoy the reading
Roma, 10 agosto del 1537
Magnifico messer Michelangelo honorando, Nostro Signore è venuto a fare cantare una messa in la sua capelletta di Palazzo, perché hoggi è la festa di Santo Lorenzo, che è titulo della detta capella, et hoggi starà qui in Palazzo per stuffarsi domatina per il fresco.
Poi la sera se ne ritornarà a Santo Marco. Hor, perché Sua Santità se trova qui sola et non ha chi la intertenga, desideraria, quando non vi fusse di scommodo alcuno, ragionare con voi, et se vi fusse piacere vederia volentieri la pittura della capella.
Sua Santità me ha imposta che vi scriva la presente polliza; prego Vostra Signoria che per il presente mio servitore me facciate intendere quello che potete fare, et potendo venire, a che hora serete qua. Et sempre di core me vi raccomando. Servitore Iacopo Meleghino.
For the moment, yours truly Michelangelo Buonarroti bids you farewell, making an appointment to see you in the next posts and on social media.
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