La scultura del giorno: la Libertà della Poesia di Pio Fedi
Il 31 maggio del 1816 nacque a Viterbo lo scultore Pio Fedi.
Per celebrare questa ricorrenza vi propongo una sua opera assai particolare, fonte d’ispirazione per la successiva Statua della Libertà realizzata da Bartholdi, inaugurata nel 1886: la Libertà della Poesia.
Pio Fedi scolpì la Libertà della Poesia come monumento funebre in onore di Giovan Battista Niccolini, poeta, drammaturgo e patriota morto nel 1861. La genesi di questo capolavoro fu lunga e complessa.
Dopo il grande successo che ebbe l’artista con il Ratto di Polissena, Fedi si mise al lavoro su quest’opera a partire dal 1870, a quasi dieci anni di distanza dalla morte del poeta. Il modello in fesso fu ultimato nel 1872 e la scultura fu inaugurata nel 1883 alla presenza di un gran numero di persone, politici e intellettuali che apprezzavano le idee risorgimentali del Niccolini più che il lavoro di Fedi.
Con grande disappunto di Fedi, si decise di collocare la Libertà della Poesia sulla controfacciata della Basilica di Santa Croce, nei pressi del portale centrale. Per far ciò fu necessario demolire un altare precedente.
La scultura eleva una mano verso il cielo sollevando una catena spezzata, simbolo della libertà di pensiero mentre sotto il piede sinistro calpesta parte di quella catena rotta.
Nella mano sinistra stringe una corona di alloro mentre sopra la pila di libri scritti da Niccolini si vede una lira. Se guardate con attenzione, sull’urna noterete la presenza di un medaglione che riporta scolpito il ritratto del poeta.
L’artista volle firmare la Libertà della Poesia apponendo sul basamento l’incisione “Pio Fedi immaginò e scolpì”.
Osservando l’opera di Fedi non si può non pensare alla Statua della Libertà di Frederic Auguste Bartholdi, posizionata all’entrata del porto su fiume Hudson, al centro della baia di Manhattan, a New York.
Il legame fra le due opere sia come composizione che come significati è sovrapponibile. Molto probabilmente l’opera di Fedi fu di ispirazione per Batholdi che ebbe modo di vederla nel suo viaggio in Italia, avvenuto fra il 1875 e il 1875 durante il quale vide una prima versione dell’opera.
Mentre nella scultura di Fedi l’opera simboleggia la libertà del pensiero individuale, in Bartholdi il significato fu traslato sulla libertà della nazione americana. In entrambi i caso al centro ella scena rimane la personificazione della libertà.
L’ultimo restauro della Libertà della Poesia è stato portato a termine nel febbraio del 2019 da Paola Rosa ed Emanuela Peiretti, grazie al sostegno economico di Friends of Florence.
Quell’intervento ha permesso di liberare la scultura da un abbondante e compatto strato di polvere e da una patinatura che rendeva scura la superficie, impedendone una corretta lettura.
Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
Sculpture of the day: the Freedom of Poetry by Pio Fedi
On May 31, 1816, the sculptor Pio Fedi was born in Viterbo.
To celebrate this anniversary, I offer you a very particular work by him, a source of inspiration for the subsequent Statue of Liberty created by Bartholdi, inaugurated in 1886: the Freedom of Poetry.
Pio Fedi sculpted the Freedom of Poetry as a funeral monument in honor of Giovan Battista Niccolini, poet, playwright and patriot who died in 1861. The genesis of this masterpiece was long and complex.
After the great success that the artist had with the Ratto di Polissena, Fedi set to work on this work starting in 1870, almost ten years after the poet’s death. The fesso model was completed in 1872 and the sculpture was inaugurated in 1883 in the presence of a large number of people, politicians and intellectuals who appreciated Niccolini’s Risorgimento ideas more than Fedi’s work.
To Fedi’s great disappointment, it was decided to place the Freedom of Poetry on the counter-façade of the Basilica of Santa Croce. near the central portal. To do this it was necessary to demolish a previous altar.
The sculpture raises a hand to the sky lifting a broken chain, a symbol of freedom of thought while under the left foot it tramples part of that broken chain.
In her left hand she holds a laurel wreath while a lyre can be seen above the pile of books written by Niccolini. If you look carefully, on the urn you will notice the presence of a medallion with the poet’s portrait carved on it.
The artist wanted to sign the Freedom of Poetry by affixing the incision “Pio Fedi imagined and sculpted” on the base.
Observing Fedi’s work, one cannot but think of the Statue of Liberty by Frederic Auguste Bartholdi, positioned at the entrance to the port on the Hudson River, in the center of Manhattan bay, in New York.
The link between the two works both in terms of composition and meanings is superimposable. Most likely Fedi’s work was an inspiration for the artist who was able to see it on his trip to Italy, which took place between 1875 and 1875 during which he saw a first version of the work.
While in Fedi’s sculpture the work symbolizes the freedom of individual thought, in Bartholdi the meaning was transferred to the freedom of the American nation. In both cases, the personification of freedom remains at the center of the scene.
The last restoration of the Freedom of Poetry was completed in February 2019 by Paola Rosa and Emanuela Peiretti, thanks to the financial support of Friends of Florence.
That intervention made it possible to free the sculpture from an abundant and compact layer of dust and from a patina that made the surface dark, preventing its correct reading.
For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you by making an appointment for the next posts and on social media.

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