Virginia Woolf e Bloomsbury, inventing life: ecco la recensione del libro
Da una manciata di giorni ho avuto fra le mani un libro che mi ha piacevolmente sorpreso: Virgina Woolf e Bloomsbury. Inventing life. E’ il catalogo dell’omonima mostra in corso al Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps, strutturato come un diario.
Tutto ha inizio con Virginia Woolf, al secolo Adeline Virginia Stephens, la celeberrima scrittrice inglese che apre la strada al modernismo. Alla morte del padre, lei e gli altri tre fratelli si trasferiscono nel quartiere di Bloomsbury. Era l’autunno del 1904 e quella zona poco attraente di Londra, povera e pure malfamata divenne il centro del loro mondo.
Quella casa al numero 46 di Gordon Square ben presto divenne un crogiuolo di talenti e idee.
Immaginate cosa potesse significare nei primissimi anni del Novecento quella situazione. La scelta di andare ad abitare assieme in una situazione promiscua in cui coabitavano ragazzi e ragazze non fu certo vista di buon occhio in una Londra che si affacciava al nuovo secolo, irrigidita negli schemi borghesi. Furono soprattutto i parenti a disapprovare a gran voce quella scelta ma niente poterono se non rassegnarsi.
Tutto sembrava nuovo e diverso dalla vita condotta fino al momento dai fratelli Stephens. Antimperialisti e antimilitaristi, iniziarono ad accogliere fra le quattro mura un gran numero di amici e a confrontarsi su temi artistici, letterari e filosofici.
Ciascuno metteva a frutto la propria creatività condividendola con gli altri. C’è chi aveva predilezioni artistiche e chi sperimentava nuove esperienze lavorative mai nemmeno pensate fino al momento.
Il libro Virgina Woolf e Bloomsbury. Inventing life, edito da Electa Editrice, è una sorta di diario che affonda le mani nei primi anni del Novecento e in quel fervore culturale che infiammò i giovani ragazzi e contaminò quelli che vollero seguire le loro orme.
Bloomsbury fu una delle esperienze culturali più importanti e innovative di tutto il Novecento. Lì si sperimentarono forme nuove di vivere e pensare in barba ai principi vittoriani che fino a quel momento imperavano e non solo in Inghilterra.
Fra le pagine di questo appassionante volume si ritrova l’intensità dei celebri incontri del giovedì sera, organizzati da Thoby, fratello di Virginia Woolf che invitava a casa gli amici conosciuti a Cambridge. In quelle serate si discuteva di letteratura e filosofia mentre il Venerdì, nella casa di fronte si parlava di arte.
Thoby poi passò a miglior vita non molto tempo dopo a soli 26 anni, dopo aver contratto in Grecia il tifo ma la sua presenza non mancò mai nelle discussioni di quelle serate che pareva non avessero fine.
Talvolta penso alla morte come il punto d’arrivo di un viaggio che ho intrapreso quando lui è morto. Come se arrivando, gli dicessi: bene, eccoti qua.
Così scrive virginia Woolf nel suo diario ricordando il fratello Thoby
A quel gruppo si uniranno anche il critico d’arte e artista Roger Fry, l’economista John Maynard Keynes e i romanzieri Edward Morgan Foster e David Garett, tanto per citare alcuni dei personaggi che gravitavano attorno a Bloomsbury.
Con le influenze filosofiche di Whitehead e Bertrand Russell, quel gruppo disquisiva di concetti come la verità, il bene, la bellezza mettendo spesso in discussione la morale della propria epoca. Insomma, nel giro di poco tempo Bloomsbury divenne il punto focale degli spiriti liberi di tutta l’elite intellettuale londinese a cui le norme sociali bigotte stavano troppo strette.
Virgina Woolf e Bloomsbury. Inventing life è un intenso viaggio in quegli anni ed è difficile non lasciarsi coinvolgere e trasportare in quell’epoca, molto più moderna di quanto spesso ci immaginiamo.
Fra stralci di lettere, pensieri annotati su brogliacci, dipinti, locandine e tante idee nuove si ritrovano i personaggi che hanno frequentato Bloomsbury, alcuni assai noti, altri semi sconosciuti.
Non perdete l’occasione di leggere questo appassionante libro per conoscere l’entusiasmo e le idee di chi ha frequentato Bloomsbury e ne ha diffuso le idee che lì venivano condivise. E’ una storia affascinante quella che riguarda quel gruppo di giovani talenti che non conoscevo e mi ha coinvolto fino alla midolla.
Il libro Virgina Woolf e Bloomsbury. Inventing life edito da Electa Editrice e a cura di Nadia Fusini e Luca Scarlini, lo potete acquistare direttamente QUA.
Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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