La Colonna della Pace e la Fontana di Piazza Santa Maria Maggiore
In Piazza Santa Maria Maggiore, dinnanzi all’omonima basilica papale, si vede un’alta colonna detta della Pace con una lunga storia alle spalle e si ode il rumore dell’acqua di una fontana che ahimè, nel corso dei secoli, è stata rimaneggiata in malo modo.
La Colonna della Pace
Davanti la basilica di Santa Maria Maggiore si erge la grande colonna corinzia scanalata. Realizzata in marmo porino si eleva per 14, 13 metri e venne fatta posizionare lì dove la vedete oggi da papa Paolo V Borghese nel 1614, in contrapposizione all’obelisco che Carlo Fontana aveva fatto innalzare dall’altra parte di Via Merulana.
Fu Carlo Maderno su commissione papale ad occuparsi dell’innalzamento della colonna. Realizzò un raffinato basamento in travertino e marmo ornato da draghi e aquile in bronzo, citando così lo stemma dei Borghese. I lavori vennero eseguiti in tempi assai brevi e il papa parve assai soddisfatto di quella celerità tanto che pare volle far dono di parecchi danari in più a tutti gli operai coinvolti nell’impresa.
Il papa volle inoltre che la colonna fosse coronata da una statua in bronzo della Madonna col Bambino realizzata da Guillame Bertélot e fusa poi da Orazio Censore.
Perché si chiama Colonna della Pace?
La grande colonna è l’unica che rimase intera di tutte le otto che servivano per reggere la volta della Basilica di Massenzio, basilica che in età medievale veniva chiamata Tempio della Pace. Secondo un’antica profezia il tempio pagano sarebbe collassato su sé stesso nel momento in cui una vergine avesse dato alla luce un figlio.
Si narra che il tempio crollò quando nacque Cristo ma è solo una leggenda, seppur bella e suggestiva. La Basilica di Massenzio fu edificata qualche secolo dopo la nascita del Salvatore.
La Fontana di Santa Maria Maggiore
Addossata al basamento e rivolta verso la facciata della Basilica, Carlo Maderno progettò una fontana in travertino, alimentata dall’Acqua Felice. La realizzò nel 1615 coadiuvato probabilmente dall’architetto Giuseppe de’ Vecchi.
La grande vasca in travertino aveva una forma rettangolare con l’aggiunta di due semicerchi sui lati più corti. Al entro dei lati maggiori c’erano due vasche ornate da mascheroni mentre nei semicerchi più grandi si vedevano scolpiti i simboli araldici di papa Paolo V Borghese: due draghi che gettavano acqua nella vasca.
Purtroppo fra il 1700 e il 1800 furono apportate delle modifiche all’impianto originario durante i lavori utili per la sistemazione del livello stradale. La coppia di draghi fu rimossa e il catino superiore fu sostituito con uno molto più piccolo.
Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamenti ai prossimi post e sui social.

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