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L’illusione di poter dar vita all’opere mie

E poi, alla fine dei miei giorni ebbi una sorta di pentimento… per tutta l’esistenza avevo cercato d’imitare Dio nel tentativo di dare vita e forma alle cose peccando di superbia. Solo l’Eterno trasforma ciò che è per natura morto in pura vita. Eppure m’ero illuso di poterlo fare anch’io… cercando forsennatamente di riuscirci, opera dopo opera.

Nei versi a seguire, un po’ riuscirete a trovare questa sensazione bruciante.

Giunto è già ‘l corso della vita mia,
con tempestoso mar, per fragil barca,
al comun porto, ov’a render si varca
conto e ragion d’ogni opra trista e pia.
    Onde l’affettüosa fantasia
che l’arte mi fece idol e monarca
conosco or ben com’era d’error carca
e quel c’a mal suo grado ogn’uom desia.
    Gli amorosi pensier, già vani e lieti,
che fien or, s’a duo morte m’avvicino?
    D’una so ‘l certo, e l’altra mi minaccia.
    Né pinger né scolpir fie più che quieti
l’anima, volta a quell’amor divino
c’aperse, a prender noi, ‘n croce le braccia.

Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti

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