Una delle tante lettere che scrissi a Tommaso de’ Cavalieri
Ecco a voi una lettera che scrissi a Tommaso de’ Cavalieri il primo gennaio del 1533. Ve la regalo come se fosse gioiello più unico che raro.
Molto inconsideratamente mi missi a scrivere a Vostra S(igniori)a,
e fui il primo, presuntuoso, a muov[e]re, come se per risposta d’alcuna di quella, per debito l’avessi a fare; e tanto più ò dipoi conosciuto l’error mio, quante più ò letta e gustata, vostra mercé, la vostra.
E non che appena [mi parete] nato, come in essa di voi mi scrivete, ma stato mille altre volte al mondo, e io non nato, o vero nato morto mi reputerei e direi in disgratia del cielo e della terra, se per la vostra non avessi visto e creduto Vostra S(igniori)a accectare volentieri alcune delle opere mie di che n’ò auto maraviglia grandissima e non manco piacere.
E se vero è che quella così senta dentro come di fuora scrive di stimare le opere mia, se avien che alcuna ne facci, come desidero, che a llei piaccia, la chiamerò molto più avventurata che buona.
Non dirò altro.
Molte cose alla risposta conveniente restano, per non vi tediare, nella penna, e perché so che Pier Antonio, apportatore di questa, saprà e vorrà suprire a quello che io manco.
A dì primo, per me felice, di gennaro.Sarebbe lecito dare il nome delle cose che l’uomo dona, a chi le riceve ma per buon rispecto non si fa in questa.