La Tomba di Giulio II non è solo il Mosè
Spesso le persone che si recano nella Chiesa di San Pietro in Vincoli hanno uno scopo ben preciso: guardare il Mosè con i propri occhi. Ciò non può che farmi piacere anche se mi rammarico del fatto che il Patriarca biblico tolga lustro alle altre sculture presenti nel complesso della Tomba di Giulio II.
A venir notata meno è proprio la raffigurazione di Papa Giulio II, eppure ho lavorato giorno e notte a quell’opera affinché potesse suscitare qualche emozione. Gl’ho fatto assumere una doppia torsione e per rendere il suo dinamismo ancor più efficace, ho separato le due gambe scavando a fondo nel marmo di Carrara creando un’ombra intensa.
Alle mani ho affidato un segno di resa, di rassegnazione eterna mentre fino a quel momento i Papi o venivano raffigurati in atto di benedire o con le mani giunte all’altezza del petto in segno di riposo.
Per dar vita a quelle dita utilizzai una tecnica spericolata sfruttando al massimo il pochissimo spazio disponibile per infilare il trapano… trapano a mano ovviamente. Il risultato ottenuto mi soddisfece anche a quel tempo. Sapete che i restauratori che riportarono all’antico splendore tutto il complesso monumentale ritrovarono addirittura della polvere di marmo al di sotto delle dita?
Dunque, la prossima volta che vi capiterà di trovarvi dinnanzi alla Tomba di Giulio II, alzate lo sguardo e degnate della vostra gradita attenzione anche la scultura del Papa che da secoli vi osserva da una posizione privilegiata.
Michelangelo Buonarroti, con riconoscenza infinita verso tutti quelli che arrivano fino in Italia per guardare da vicino molte delle mie opere.