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La Sibilla Cumana del Domenichino arriva a Piacenza

La Sibilla Cumana dipinta da Domenico Zampieri, più noto alle cronache come il Domenichino, arriva a Palazzo Farnese a Piacenza.

L’occasione del prezioso prestito proveniente da Galleria Borghese è la mostra “Sibille. Voci oltre il tempo, oltre la pietra“, curata da Antonio Iommelli, Direttore dei Musei civici di Palazzo Farnese.

Si tratta di un approfondimento sulla figura profetica femminile delle Sibille, messo a punto per raccontare il ruolo che ebbero nella storia dell’arte.

La Sibilla del Domenichino sarà il nucleo dell’esposizione, al quale si aggiungeranno otto sculture sibilline dell’artista piacentino contemporaneo Christian Zucconi.

Il progetto nasce dalla volontà di evidenziare l’importanza delle Sibille nel contesto piacentino, in particolare in riferimento al ciclo pittorico di Giovan Francesco Barbieri, detto il Guercino.

Tra il 1626 e il 1627, il Guercino lasciò una testimonianza fondamentale nella Cattedrale di Piacenza, dove affrescò il ciclo dei Profeti inserendo coppie di Sibille nelle lunette del tamburo.

Quest’atto, che completava l’opera iniziata da Pier Francesco Mazzucchelli, detto il Morazzone, testimoniava la rilevanza paritaria di queste figure profetiche nella cultura dell’epoca, rendendo Piacenza un luogo naturale per ospitare un’esposizione dedicata a questo tema.

Le Sibille, infatti, compaiono anche in altri due luoghi simbolo della città: nella cupola cinquecentesca di Santa Maria di Campagna, affrescata da Giovanni Antonio de’ Sacchis, detto il Pordenone, e nella basilica di San Francesco, dove Giova Battista Trotti, detto il Malosso, le inserì a coronamento della sua ‘Incoronazione e Genealogia della Vergine Maria‘.

La Sibilla Cumana del Domenichino

L’opera del Domenichino è del 1617, anno in cui viene effettuato un pagamento da parte di Scipione Borghese che, si ipotizza, possa aver in qualche modo suggerito l’iconografia.

La Sibilla è ritratta con un turbante e alle sue spalle si vede una viola da gamba. Il volto rivela i contatti con la scuola bolognese, mostrando lo sguardo tipico delle protagoniste di Guido Reni. Alle sue spalle, il paesaggio rivela precisi riferimenti simbolici, come l’alloro, albero sacro ad Apollo protettore delle arti, e la vite, che rimanda a Bacco, dio del vino e dell’ispirazione poetica, ma anche a Cristo la cui venuta fu preannunciata da una sibilla secondo l’interpretazione di Virgilio.

Sibille. Voci oltre il tempo, oltre la pietra“: dal 5 dicembre 2025 al 3 maggio 2026 nella Cappella Ducale di Palazzo Farnese a Piacenza.

Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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Domenichino’s Cumaean Sibyl arrives in Piacenza

The Cumaean Sibyl painted by Domenico Zampieri, better known as Domenichino, arrives at Palazzo Farnese in Piacenza.

The precious loan from the Galleria Borghese is part of the exhibition “Sibyls. Voices Beyond Time, Beyond Stone,” curated by Antonio Iommelli, Director of the Civic Museums of Palazzo Farnese.

This exhibition explores the prophetic female figure of the Sibyls, exploring their role in the history of art.

Domenichino’s Sibyl will be the core of the exhibition, complemented by eight Sibylline sculptures by contemporary Piacenza artist Christian Zucconi.

The project stems from the desire to highlight the importance of the Sibyls in the Piacenza area, particularly in relation to the pictorial cycle by Giovan Francesco Barbieri, known as Guercino.

Between 1626 and 1627, Guercino left a fundamental legacy in Piacenza Cathedral, where he frescoed the Prophets cycle, inserting pairs of Sibyls into the lunettes of the drum.

This act, which completed the work begun by Pier Francesco Mazzucchelli, known as Morazzone, testified to the equal importance of these prophetic figures in the culture of the time, making Piacenza a natural location to host an exhibition dedicated to this theme.

The Sibyls also appear in two other symbolic places in the city: in the sixteenth-century dome of Santa Maria di Campagna, frescoed by Giovanni Antonio de’ Sacchis, known as Pordenone, and in the Basilica of San Francesco, where Giova Battista Trotti, known as Malosso, inserted them as the crowning touch to his “Coronation and Genealogy of the Virgin Mary.”

Domenichino’s Cumaean Sibyl

Domenichino’s work dates from 1617, the year a payment was made by Scipione Borghese, which is thought to have somehow inspired the iconography.

The Sibyl is portrayed wearing a turban, with a viola da gamba behind her. Her face reveals connections with the Bolognese school, displaying the typical gaze of Guido Reni’s protagonists. Behind her, the landscape reveals specific symbolic references, such as the laurel, a tree sacred to Apollo, protector of the arts, and the vine, a reference to Bacchus, god of wine and poetic inspiration, but also to Christ, whose coming was foretold by a sibyl, according to Virgil.

“Sibyls. Voices beyond time, beyond stone”: from December 5, 2025, to May 3, 2026, in the Ducal Chapel of Palazzo Farnese in Piacenza.

For now, yours truly, Michelangelo Buonarroti, bids farewell and invites you to join him in future posts and on social media.

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