L’Arcangelo Michele del Tibaldi a Castel Sant’Angelo
La Sala Paolina di Castel Sant’Angelo fu il salone di rappresentanza di Paolo III Farnese, un pontefice che conoscevo molto bene.
Addirittura mi faceva chiamare dai suoi messi quando si sentiva solo: amava conversare con me. Accadde anche il 10 d’agosto del 1537, giorno di San Lorenzo, quando volle gli facessi compagnia accompagnandolo a vedere gli affreschi del Giudizio Universale che stavo realizzando.
Ma torniamo a noi prima che mi metta a divagare sul passato. Quel salone tutt’oggi custodisce un fastoso complesso pittorico molto elaborato, progettato da Perin del Vaga tra il 1545 e il 1547.
Il pittore si avvalse della collaborazione di vari aiuti per portare a termine gli affreschi tra i quali lo Zaga, Marco Pino, Giacomone da Faenza e Pellegrino Tibaldi.
Di quest’ultimo è l’affresco che raffigura l’Arcangelo Michele che rinfodera la spada, realizzato nel 1545.
Tibaldi era un’artista lombardo che aveva avuto però una formazione bolognese. Era arrivato nella Città Eterna nel 1543, lavorando assieme al mio amatissimo Daniele da Volterra per le decorazioni della Cappella Orsini a Trinità dei Monti.
L’Arcangelo Michele è il protettore di Castel Sant’Angelo e Tibaldi volle raffigurarlo con la lorica musculata alla stregua di un imperatore romano. Ad ali spiegate e con l’ampio mantello gonfiato dal vento, porta il corpo in avanti con un potente slancio.
Sta rimettendo la spada nel suo fodero: oramai la peste è finita come racconta l’episodio più celebre collegato a Castel Sant’Angelo con l’apparizione di Michele sulla sua sommità e il termine dell’epidemia.
La prossima volta che avrete modo di entrare nella Sal Paolina di Castel Sant’Angelo, fermatevi un attimo in più a osservare questo splendido affresco che racconta un pezzo di storia del luogo.
Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
The Archangel Michael by Pellegrino Tibaldi in Castel Sant’Angelo
The Sala Paolina in Castel Sant’Angelo was the state room of Paul III Farnese, a pontiff I knew very well.
He even had his messengers call me when he felt lonely: he loved to converse with me. This also happened on August 10, 1537, the feast of San Lorenzo, when he asked me to keep him company by accompanying him to see the frescoes of the Last Judgment I was painting.
But let’s get back to us before I digress into the past. That room still houses a sumptuous and highly elaborate pictorial complex, designed by Perin del Vaga between 1545 and 1547.
The painter relied on the collaboration of various assistants to complete the frescoes, including Zaga, Marco Pino, Giacomone da Faenza, and Pellegrino Tibaldi.
The latter is responsible for the fresco depicting the Archangel Michael sheathing his sword, painted in 1545.
Tibaldi was a Lombard artist who had trained in Bologna. He arrived in the Eternal City in 1543, working alongside my beloved Daniele da Volterra on the decorations of the Orsini Chapel at Trinità dei Monti.
The Archangel Michael is the protector of Castel Sant’Angelo, and Tibaldi chose to depict him wearing the lorica musculata like a Roman emperor. With outstretched wings and a large cloak billowing in the wind, he thrusts his body forward with a powerful thrust.
He is sheathing his sword: the plague is now over, as the most famous episode connected to Castel Sant’Angelo tells, with the apparition of Michael atop it and the end of the epidemic.
The next time you enter the Sal Paolina of Castel Sant’Angelo, take a moment to admire this splendid fresco that tells a piece of the site’s history.
For now, yours truly, Michelangelo Buonarroti bids you farewell and looks forward to seeing you in future posts and on social media.

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