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Madonna della Candeletta di Carlo Crivelli: storia e curiosità

L’opera del giorno che vi propongo oggi è la Madonna della Candeletta, dipinta a tempera e oro su tavola da Carlo Crivelli attorno al 1490.

La tavola era in realtà il pannello centrale del Polittico del duomo di Camerino che fu smembrato. L’opera destinata all’altare maggiore della cattedrale di Camerino fu commissionata a Crivelli il 10 maggio del 1488 dal cappellano Bartolomeo di Angelo Consuli.

Madonna della Candeletta di Carlo Crivelli
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Il polittico, secondo il contratto, avrebbe dovuto essere largo 10 piedi (3,4 metri) per un’altezza di 14 (4,7 metri).

Il pannello centrale, oggi appunto conosciuto come la Madonna della Candeletta, riporta la firma dell’artista KAROLUS CHRIVELLUS VENETUS EQUES AUREATUS PINXIT nella quale volle aggiungere il titolo di eques aureatus, cioè il titolo di cavaliere che aveva ottenuto proprio nel 1490 da Ferdinando d’Aragona.

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Purtroppo non è possibile ricostruire il polittico originale che Crivelli dipinse. Un’opera molto complessa di cui sono andati perduti parte dei suoi elementi, probabilmente durante il terribile terremoto che distrusse la cattedrale nel 1799.

La parte centrale fu fortemente voluta da Napoleone nel momento in cui aveva deciso di allestire il nuovo museo di Brera, luogo dove tutt’oggi è custodita la Madonna della Candeletta.

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La composizione di Crivelli è molto ricercata. La Madonna è seduta in posizione frontale e tiene in braccio il Figlio. Siede su un trono realizzato in preziosi marmi ed è abbigliata con un abito e un mantello che seguono la moda del Quattrocento.

I tessuti che potete apprezzare nel dipinto venivano realizzati nel6el prestigiose manifatture lucchesi e fiorentine. Sia il tappeto che il mantello sono in velluto, lavorati con il sistema detto ‘a inferiata’ perché affini alle forme dei ferri che al tempo venivano forgiati per le inferiate.

Sul mantello si nota il motivo con i bordi tessuti in oro e seta a pigna o a cardo: disegni ricorrenti in quel periodo storico assieme alla melagrana.

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Sul capo la Vergine sfoggia una corona d’oro arricchita con pietre preziose, alla stregua del fermaglio fissato sul petto.

Sopra il capo e attorno alla Madonna Crivelli dipinse festoni di fiori, foglie e frutti, scelti in base al significato cristiano che l’opera vuole raccontare. I festoni erano ricorrenti nell’antichità classica ma in questo caso Crivelli li rivisitò in chiave cristiana.

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Ma perché si chiama Madonna della Candeletta?

A dare il nome a questa pala centrale del perduto polittico è la candela sottile che si vede in primo piano in basso, a sinistra della firma dell’artista.

Spenta simboleggia la precarietà della vita terrena. Poco distante si nota la presenza di ciliegie rosse, simbolo della passione di Cristo e una rosa, simbolo mariano per eccellenza.

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L’opera di Crivelli è ricca di particolari realistici ma, osservando il dipinto, si ha la sensazione di trovarsi dinnanzi a qualcosa di irreale. I colori usati così come le linee nette creano un effetto onirico.

Avete notato la presenza della mela ai piedi della Vergine? Un richiamo evidente al peccato originale.

Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

© Riproduzione riservata

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Painting of the Day: Madonna della Candeletta by Crivelli

The work of the day that I propose to you today is the Madonna della Candeletta, painted in tempera and gold on wood by Carlo Crivelli, made around 1490.

The wood was actually the central panel of the Polyptych of the Camerino cathedral that was dismembered. The work intended for the high altar of the Camerino cathedral was commissioned by Crivelli on May 10, 1488 by the chaplain Bartolomeo di Angelo Consuli.

The polyptych, according to the contract, should have been 10 feet wide (3.4 meters) and 14 feet high (4.7 meters).

The central panel, today known as the Madonna della Candeletta, bears the signature of the artist KAROLUS CHRIVELLUS VENETUS EQUES AUREATUS PINXIT in which he wanted to add the title of eques aureatus, that is, the title of knight that he had obtained in 1490 from Ferdinand of Aragon.

Unfortunately, it is not possible to reconstruct the original polyptych that Crivelli painted. A very complex work of which some of its elements were lost, probably during the terrible earthquake that destroyed the cathedral in 1799.

The central part was strongly desired by Napoleon when he decided to set up the new Brera museum, the place where the Madonna della Candeletta is still kept today.

Crivelli’s composition is very refined. The Madonna is seated in a frontal position and holds her Son in her arms. She sits on a throne made of precious marbles and is dressed in a dress and a cloak that follow the fashion of the fifteenth century.

The fabrics that you can appreciate in the painting were made in prestigious factories in Lucca and Florence. Both the carpet and the cloak are in velvet, worked with the system called ‘a inferiata’ because they are similar to the shapes of the irons that were forged at the time for the inferiata.

On the cloak you can see the motif with the edges woven in gold and silk in the shape of a pine cone or thistle: frequent motifs in that historical period together with the pomegranate.

On her head the Virgin shows off a gold crown enriched with precious stones, like the hair clip fixed on her chest.

Above the head and around the Madonna Crivelli painted the festoons of flowers, leaves and fruit, chosen based on the Christian meaning that the work wants to tell. The festoons were a frequent motif in classical antiquity but in this case Crivelli revisited them in a Christian key.

But why is it called Madonna della Candeletta?

The thin candle seen in the foreground at the bottom, to the left of the artist’s signature, gives its name to this central altarpiece of the lost polyptych.

The unlit candle symbolizes the precariousness of earthly life. Not far away you can see red cherries, a symbol of Christ’s passion, and a rose, the Marian symbol par excellence.

Crivelli’s work is full of realistic details, but when you look at the painting, you have the feeling of being in front of something unreal. The colors used as well as the clean lines create a dreamlike effect.

Have you noticed the presence of the apple at the Virgin’s feet? An obvious reference to original sin.

For the moment, yours truly Michelangelo Buonarroti bids you farewell, making an appointment to see you in the next posts and on social media.

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