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L’opera di Ferragosto: la Morte della Vergine del Caravaggio

Il dipinto che vi propongo, in occasione dell’Assunta che si celebra oggi 15 agosto, è la Morte della Vergine di Caravaggio.

E’ l’ultima pala d’altare che l’artista realizzò a Roma su commissione del giurista Laerzio Cherubini. Cherubini avrebbe voluto posizionare quel dipinto a olio su tela nella propria cappella situata nella chiesa di Santa Maria della Scala appartenente all’ordine dei Carmelitani Scalzi, a Roma.

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La commissione risale al 1601 ma Caravaggio impiegò molto tempo per realizzarla tanto da sforare la scadenza del contratto, ultimandola attorno al 1604.

Al centro della scena l’artista dipinse il corpo esanime della Vergine, adagiato su un semplice letto di legno. Attorno a Lei, gli Apostoli e la Maddalena esprimono il proprio dolore in modo intenso e personale.

Come potete osservare, l’ambientazione è povera e dimessa in netta contrapposizione con le raffigurazioni tradizionali delle Ascensioni, molto luminose e idealizzate.

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I contrasti fra il buio e la luce, come di consueto per le opere di Caravaggio, giocano un ruolo da protagonisti. La luce proveniente da una finestra illumina in modo drammatico le figure, accentuandone i volti segnati dal dolore.

Un’opera che si discosta totalmente dall’iconografia dell’Ascensione della Vergine. Mentre nelle altre opere viene assunta in cielo, qui Caravaggio volle mostrare il suo corpo esanime, privo di qualsiasi alito di vita. La disperazione di chi assiste quella perdita così importante è la stessa di chi ha perso una persona cara, né più né meno. nella loro gestualità niente fa presagire in una prossima Assunzione della Vergine nei cieli.

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La scelta di raffigurare la Madonna come una donna comune, anziché come una figura divina e idealizzata, scandalizzò molti quando l’opera fu consegnata al committente e fu rifiutata. L’opera venne considerata troppo realista, troppo distante dai canoni religiosi dell’epoca.

Caravaggio prima di mettere mano ai pennelli aveva sottoscritto un contratto con il committente in cui era tenuto a raffigurare con cura e diligenza il ‘misterium mors sine transitus Beatae Mariae Verginis‘, cioè la morte a cui non seguì la corruzione del corpo poiché la Vergine subito ascese al Paradiso. L’artista però non tenne conto di queste indicazioni e fece a modo suo, secondo la sua interpretazione dei fatti.

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L’artista addirittura osò al tempo vestire la Vergine di rosso e non di nero com’era in uso al tempo. Non ha niente della regalità divina e mostra i piedi nudi, con le caviglie gonfie e il volto livido. Il ventre prominente e quei capelli scompigliati propongono la morte nuda e cruda allo spettatore e non certo una celestiale assunzione.

Probabilmente Caravaggio aveva scelto come modella una prostituta annegata nel Tevere per dipingere la Vergine o perlomeno questa è la voce che iniziò a circolare a Roma quando si diffuse la notizia dell’esistenza di questo suo dipinto.

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Se aguzzate la vista noterete posato sul pavimento una catinella di rame con dell’acqua e un panno che stanno a indicare che il cadavere è da poco stato lavato e sistemato prima dell’esposizione.

Come vi ho accennato prima, l’opera commissionata da Cherubini fu rifiutata dall’ordine del Carmelitani Scalzi ma acquistata dal Duca di Mantova su segnalazione di Rubens.

I Gonzaga però ebbero un importante dissesto finanziario che tentarono di marginare cedendo gran parte della collezione ducale al re d’Inghilterra Carlo I. La pala della Morte della Vergine arrivò così oltre manica.

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Quando il re passò a miglior vita parte della grande raccolta fu venduta e l’opera di Caravaggio fu comprata dal banchiere di Parigi Everhard Jabach e da lui ceduta al re di Francia Luigi XIV.

Ecco perché oggi il preziosissimo dipinto appartiene alle collezioni del Louvre. Eh no, non è stata un’opera sottratta all’Italia da Napoleone.

Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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The work of Ferragosto: the Death of the Virgin by Caravaggio

The painting that I propose to you today, on the occasion of the Assumption which is celebrated today, August 15, is the Death of the Virgin by Caravaggio.

It is the last altarpiece that the artist created in Rome on commission from the jurist Laerzio Cherubini. Cherubini wanted to place that oil painting on canvas in his chapel located in the church of Santa Maria della Scala belonging to the order of the Discalced Carmelites, in Rome.

The commission dates back to 1601 but Caravaggio took a long time to complete it, so much so that he exceeded the deadline of the contract, completing it around 1604.

At the center of the scene the artist painted the lifeless body of the Virgin, lying on a simple wooden bed. Around Her, the Apostles and the Magdalene express their pain in an intense and personal way.

As you can see, the setting is poor and modest in stark contrast to the traditional depictions of Ascensions, which are very bright and idealized.

The contrasts between darkness and light, as is usual in Caravaggio’s works, play a leading role. The light coming from a window dramatically illuminates the figures, accentuating their faces marked by pain.

A work that is totally different from the iconography of the Ascension of the Virgin. While in the other works she is assumed into heaven, here Caravaggio wanted to show her lifeless body, devoid of any breath of life. The desperation of those who witness such an important loss is the same as those who have lost a loved one, no more and no less. in their gestures nothing suggests a forthcoming Assumption of the Virgin into heaven.

The choice to depict the Madonna as an ordinary woman, rather than as a divine and idealized figure, scandalized many when the work was delivered to the client and was rejected. The work was considered too realistic, too distant from the religious canons of the time.

Before putting his hand to the brushes, Caravaggio had signed a contract with the client in which he was required to depict with care and diligence the ‘misterium mors sine transitus Beatae Mariae Verginis‘, that is, the death that was not followed by the corruption of the body since the Virgin immediately ascended to Heaven. The artist, however, did not take these indications into account and did it his own way, according to his interpretation of the facts.

At the time, the artist even dared to dress the Virgin in red and not in black as was the custom at the time. She has nothing of divine royalty and shows her bare feet, with swollen ankles and a livid face. The prominent face and that disheveled hair propose death naked and raw to the viewer and certainly not a celestial assumption.

Caravaggio probably chose a prostitute drowned in the Tiber as a model to paint the Virgin, or at least that’s the rumor that started circulating in Rome when news of the existence of this painting spread.

If you look closely you’ll notice a copper basin with water and a cloth on the floor, indicating that the body had recently been washed and arranged before being exhibited.

As I mentioned before, the work commissioned by Cherubini was rejected by the Discalced Carmelite order but purchased by the Duke of Mantua on Rubens’ recommendation.

The Gonzaga family, however, had a major financial crisis that they tried to cover by selling a large part of the ducal collection to the King of England Charles I. The altarpiece of the Death of the Virgin thus arrived across the Channel.

When the king passed away, part of the large collection was sold and Caravaggio’s work was bought by the Paris banker Everhard Jabach and sold by him to the King of France Louis XIV. That’s why today the very precious painting belongs to the Louvre collections. Oh no, it was not a work stolen from Italy by Napoleon.

For the moment, yours ever Michelangelo Buonarroti bids you farewell, making an appointment with you in the next posts and on social media.

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