Gatti nella storia dell’arte
Avete mai notato la presenza di un gatto in un’opera d’arte? Probabilmente sì.
Ce ne sono mirabili raffigurazioni fin dall’arte greca e romana ma sicuramente il felino più noto è quello dipinto da Lorenzo Lotto mentre scappa a zampe levate non appena vede comparire l’arcangelo Gabriele ad annunciare la venuta di Nostro Signore alla Vergine.
Vediamo assieme quali sono i gatti più celebri raffigurati nella storia dell’arte.
Il gatto cacciatore della Casa del Fauno a Pompei
A differenza degli Egizi, sia i Greci che i Romani non attribuivano al gatto una particolare simbologia e quindi la sua rappresentazione era assai legata alla vita quotidiana, non spirituale.
Ne è uno splendido esempio il soriano raffigurato a mosaico nella Casa del Fauno a Pompei mentre azzanna una povera pernice.
La mia Sacra Famiglia col gatto
Anch’io che poco spesso includevo gli animali nelle opere mie, volli disegnare una Sacra Famiglia rallegrata dalla presenza di un gatto.
Lo potete vedere nella parte più bassa del disegno mentre con fare sospettoso si avvicina alla culla di Gesù Bambino. In pratica nello stesso momento si svolgono due scene in tempi diversi: c’è come accennato adesso Gesù Bambino che giace nella culla e poco sopra si vedono San Giuseppe, la Madonna, Gesù Bambino un po’ più grandicello che gioca con San Giovannino.
Vi ho parlato nello specifico di questo disegno appartenente alla Christ Church di Oxford QUA.
Studi di gatti di Leonardo da Vinci
Negli studi di Leonardo da Vinci il gatto viene proposto in differenti pose non tanto realizzate con lo scopo di inserirlo in qualche dipinto poi ma per capire le sue pose e il funzionamento delle sue articolazioni.
Il gatto dell’Annunciazione di Lorenzo Lotto
Il gatto raffigurato da Lorenzo Lotto scappa terrorizzato non appena fa irruzione nella scena l’Arcangelo che sta per dare la notizia del concepimento di Gesù a Maria.
Il gatto e la Madonna sembrano mossi dallo stesso timore e spavento e agiscono entrambi di conseguenza.
La Madonna della Gatta di Giulio Romano
La Madonna della Gatta deve il suo nome alla gattona che compare in primo piano, ai piedi della Vergine. Guarda turbata lo spettatore.
La gatta domestica viene citata anche dal Vasari: “tanto naturale che pareva vivissima; onde fu quel quadro chiamato il quadro della gatta“. Probabilmente questa opera fu realizzata dall’artista per Federico Gonzaga.
La Madonna della gatta di Federico Barocci
La presenza dei gatti nelle opere del Barocci è frequente ma quella che più mi piace è la rappresentazione del felino che ha fatto nella sua celebre Madonna della Gatta.
Un po’ come fanno pure i miei gatti, s’accomoda sul panno che cade a terra direttamente dalla culla di Gesù, per non stare a diretto contatto con il freddo della pavimentazione. Ha uno sguardo attento e sembra voglia afferrare da un momento all’altro il nastro che pende dalla croce tenuta in mano da San Giovannino.
I due bambini che giocano con un gatto di Annibale Carracci
Al Metropolitan Museum di New York c’è un dipinto del Carracci in del 1590 in cui si vedono un bambino e una bambina che giocano con un gatto, abbigliati secondo la moda del tempo.
La dama con gatto del Bacchiacca
Il Bacchiacca, al secolo Francesco Ubertini, volle dipingere questa dama parecchio ispirata dalle mie teste mirabili con un gatto fra le braccia. Un dipinto sicuramente insolito appartenente a una collezione privata statunitense.
Olympia di Edouard Manet
Se si parla di gatti e dipinti è praticamente impossibile non citare quello che compare nell’opera Olympia di Manet. Si trova ai piedi della donna ma dato che è nero come la pece, si fa fatica a notarlo. ha il pelo ritto e la coda rivolta verso l’alto: non ha affatto un atteggiamento tranquillo e pare assai spaventato.
Prima di salutarvi vi propongo un ultimo dipinto ed è quello realizzato da Renoir che ha come soggetto Juliet Manet e il suo gattone.
Mi piace molto l’aria compiaciuta del gatto mentre viene coccolato: è proprio l’espressione che hanno i miei gatti quando mi s’accovaciano sulle gambe e rimangono lì fino a quando per cause di forza maggiore non devo alzarmi.
Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.