Gli iperrealisti…
Amo la scultura e la pittura. Osservare un’opera d’arte è emozione pura, sconvolgimento dei sensi e la possibilità di meravigliarsi. Ogni opera racconta una storia ma mette anche a nudo l’artista che l’ha realizzata. Riesce a far vibrare dentro di sé qualche corda che nemmeno pensavamo di avere e riporta alla mente ricordi che possono essere più o meno belli a seconda del soggetto raffigurato.
E’ ovvio che tutte le opere non tutte le opere non siano uguali: ce ne sono di meravigliose e di mediocri, di universalmente riconosciute come tali e di assai discutibili.
Cè una tendenza nel mondo dell’arte sempre più in voga e assai apprezzata che personalmente mi lascia assai perplesso: è l’iperrealismo. Sia in pittura che in scultura sempre più si cerca di riprodurre opere che riproducano fedelmente la realtà. Così le pieghe della carta, le rughe di un volto o i segni di invecchiamento sopra i frutti vengono ricreati millimetricamente sul marmo, sul legno o sulle tele.
Il risultato finale è del tutto paragonabile a una fotografia. Per carità, artisti in gamba che sanno il fatto loro, che si destreggiano in maniera impeccabile con gli strumenti del mestiere. A me però non piacciono. C’è già l’arte della fotografia che ha tutte queste caratteristiche.
L’iperrrealismo lo sento freddo, un po’ privo dell’accento e della personalità dell’artista, del suo cuore, della sua anima. E’ una sensazione mia: tanta perfezione che però non mette a nudo chi la riproduce. Pare quasi un nascondersi: c’è il gusto di stupire, quello sì ma è sufficiente? Bah…
A seguire vi propongo alcuni lavori iperrealisti. Belli certo, perfetti come delle foto ma statici. E’ come se dopotutto gli mancasse qualcosa.
Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti e i suoi racconti quotidiani.