La volta della Sistina e le sue difficoltà
La cappella fatta realizzare da Papa Sisto IV a partire dall’anno 1477, nota con il nome di Sistina non a caso, aveva una forma piuttosto regolare. Era lunga tre volte la sua larghezza ed è alta metà della sua lunghezza. La volta a botte che avrei dovuto affrescare con le storie della Genesi era pari a 1200 metri quadrati.
Il lavoro che mi si prospettava dinnanzi era grandioso ma le sfide erano il mio pane quotidiano e non potevo certo sottrarmi. Mica potevo permettermi che un’opera così importante fosse affidata a quel giovanetto di Raffaello?
Le difficoltà che avrei trovato sarebbero state parecchie ma non sarebbero bastate a farmi detenere da quell’opera che avrebbe dato lustro a tutto il papato.
La forma della volta a botte avrebbe deformato le figure e quindi le avrei dovute affrescare di conseguenza. Dal basso la loro illusione prospettica le avrebbe rese proporzionate e la volta avrebbe assunto un aspetto decisamente più curvo.
Fino a quel momento non avuto grandi esperienze con la tecnica dell’affresco se non nella bottega dei Ghirlandaio.
I pigmenti stesi sulla superficie bagnata dell’intonaco hanno sempre un colore diverso da quello che poi assumeranno una volta che la parete si sarà asciugata completamente. L’effetto definitivo poteva essere visto solo a distanza di parecchi giorni dalla sua esecuzione. Insomma, le difficoltà sarebbero state parecchie ma alla fine ogni sforzo, contrattempo e difficoltà ha dato i suoi frutti.
Il sempre vostro Michelangelo Buonarroti ricordando gli affreschi della volta della Sistina.










Ma di quando cascasti e ti facesti male alla caviglia sinistra te lo ricordi ?
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Che botta! Pensa che quando il tempo volge al brutto e minaccia piogge a dirotto, quella caviglia ancora mi fa veder le stelle!
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