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Sarebbe stato meglio far fiammiferi

A proposito di sogni irrealizzati vi vorrei raccontare qualcosa in merito alla commissione che definii anni fa come la tragedia della mia vita: la tomba di Giulio II.

Ho lavorato a questo complesso per trent’anni in maniera discontinua perché nel frattempo ho dovuto portare a termine molte altre commissioni come ad esempio gli affreschi della volta della Sistina e molte altre opere.

Mi recai a Carrara per scegliere i marmi e rimassi sulle Alpi Apuane da maggio a dicembre del 1505. Me ne tornai a Roma con 34 carrate di marmi e presto ne sarebbero arrivate a destinazione altre 60 presso il porto di Ripa Grande ma quando mi presentai al Papa affinché mi pagasse quanto avevo anticipato, egli si negò.

Me ne andati sbattendo la porta:

“Dite al Papa che se, da qui innanzi, mi cercherà, mi troverà altrove”.

Giulio II però si rese presto conto di aver fatto una stupidaggine e mi mandò a cercare.

Non portai mai a termine il progetto iniziale ma mi vidi costretto a ridimensionare più di una volta quanto avevo già disegnato in un primo momento.

 

Meglio m’era nei primi anni che io mi fussi messo a fare zolfanelli ch’io non starei in tanta passsione. Io mi truovo aver perduto tutta la mia giovinezza, legato a questa sepoltura.

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