La Vergine in preghiera del Sassoferrato e la scelta del blu lapislazzuli
Esiste un’opera a olio su tela di metà Seicento che mi tiene incollato a lei decine di minuti ogni volta che lo vedo, dal vero o in foto che sia.
E’ la Vergine in preghiera di Sassoferrato appartenente alla National Gallery di Londra: uno dei vertici della pittura devozionale del Seicento italiano. Questo capolavoro riesce a catturare l’attenzione di chi lo osserva immediatamente. La Madonna, unica protagonista dell’opera, viene dipinta dall’artista in un momento di contemplazione e sembra quasi di trovarsi davanti a lei, nel silenzio.
Una presenza reale, tra luce e semplicità
La composizione del dipinto è molto sobria. Su uno sfondo scurissimo che fa emergere la figura, emerge la Vergine come un’apparizione luminosa. Il volto delicato come porcellana è incorniciato da un velo bianco. Ha il capo chino e lo sguardo rivolto verso il basso. Ha le mani giunte in preghiera.
La potenza del dipinto sta proprio nell’essenzialità scelta anche per i colori dall’artista. Il Sassoferrato infatti fa ruotare l’opera attorno al bianco, al rosso e al blu.
Il blu lapislazzuli: ricchezza materiale e spirituale
Il particolare che più colpisce è l’abito della Vergine, dipinto con uno dei pigmenti più preziosi del mondo antico: il blu oltremare, ricavato macinando il lapislazzuli proveniente dalle miniere del nord-est dell’Afghanistan.
Nel XVII secolo, questo pigmento era più costoso dell’oro. La sua brillantezza, la profondità della tonalità e la stabilità nel tempo lo resero il blu più desiderato dagli artisti e più amato dai committenti. Sassoferrato lo utilizza con una purezza quasi liturgica: sulle pieghe del manto, illuminate da una luce netta che le separa dallo sfondo tenebroso, il blu risplende come un elemento sacro.
L’associazione tra il blu oltremare e la figura della Vergine ha radici profonde. Per secoli Maria fu rappresentata con vesti blu proprio per sottolineare il suo ruolo sacro e la sua regalità spirituale. Il blu divenne un colore di devozione, di protezione e di cielo: insomma, una sorta di ponte simbolico tra la terra e il divino.
Un soggetto caro alla devozione post-tridentina
Il tema della Vergine sola e in preghiera era già diffuso nel Quattrocento ma acquistò nuovo vigore dopo la Riforma cattolica Cinquecento. La Chiesa promosse forme di culto più intime e personali, incoraggiando immagini che favorissero la meditazione privata.
Sassoferrato, nato Giovanni Battista Salvi nelle Marche ma attivo soprattutto a Roma, seppe rispondere con straordinaria sensibilità a questa esigenza, diventando un maestro riconosciuto della pittura devozionale. Pur realizzando anche grandi pale d’altare, la sua fama moderna si fonda soprattutto sulle sue Madonne serene e idealizzate che invitano alla contemplazione.
Il pittore elaborò almeno quattro differenti bozzetti della Vergine in preghiera, riprodotti in numerose versioni da lui stesso e dalla sua bottega. In alcune varianti Maria abbassa lo sguardo verso sinistra — come nella versione della National Gallery mentre in altre guarda verso destra, o solleva gli occhi al cielo, oppure indossa un velo blu anziché bianco.
Come è arrivata l’opera alla National Gallery
La National Gallery acquistò ‘La Vergine in preghiera’ e ‘L’abbraccio della Vergine col Bambino’ a metà Ottocento, in un periodo in cui l’interesse per Sassoferrato e per Raffaello era in crescita. Da allora queste opere hanno contribuito a riportare alla luce un artista che, pur molto prolifico e popolare nel Seicento, rimase a lungo in secondo piano nella storia dell’arte.
Per il momento il sempre vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.
Sassoferrato’s Virgin in Prayer and the Choice of Lapis Lazuli Blue
There is a mid-17th-century oil on canvas work that keeps me glued to it for dozens of minutes every time I see it, whether in person or in a photograph.
It is Sassoferrato’s Virgin in Prayer, part of the National Gallery in London: one of the pinnacles of 17th-century Italian devotional painting. This masterpiece captures the viewer’s attention immediately. The Madonna, the sole protagonist of the work, is painted by the artist in a moment of contemplation, almost as if we were standing before her, in silence.
A Real Presence, Between Light and Simplicity
The composition of the painting is very sober. Against a very dark background that allows the figure to stand out, the Virgin emerges like a luminous apparition. Her face, delicate as porcelain, is framed by a white veil. Her head is bowed and her gaze is turned downward. Her hands are clasped in prayer.
The power of the painting lies precisely in the artist’s choice of essential colors. Sassoferrato, in fact, centers the work around white, red, and blue.
Lapis lazuli blue: material and spiritual wealth
The most striking detail is the Virgin’s robe, painted with one of the most precious pigments of the ancient world: ultramarine blue, obtained by grinding lapis lazuli from mines in northeastern Afghanistan.
In the 17th century, this pigment was more expensive than gold. Its brilliance, depth of hue, and stability over time made it the most desired blue by artists and beloved by patrons. Sassoferrato uses it with an almost liturgical purity: on the folds of the cloak, illuminated by a sharp light that separates them from the dark background, the blue shines like a sacred element.
The association between ultramarine blue and the figure of the Virgin is deeply rooted. For centuries, Mary was depicted in blue robes precisely to emphasize her sacred role and spiritual royalty. Blue became a color of devotion, protection, and heaven: in short, a sort of symbolic bridge between the earth and the divine.
A subject dear to post-Tridentine devotion
The theme of the Virgin alone and in prayer was already widespread in the 15th century but gained renewed vigor after the Catholic Reformation of the 16th century. The Church promoted more intimate and personal forms of worship, encouraging images that fostered private meditation.
Sassoferrato, born Giovanni Battista Salvi in the Marche region but active primarily in Rome, responded to this need with extraordinary sensitivity, becoming a recognized master of devotional painting. Although he also created large altarpieces, his modern fame rests primarily on his serene and idealized Madonnas that invite contemplation.
The painter produced at least four different sketches of the Virgin in Prayer, reproduced in numerous versions by himself and his workshop. In some variations, Mary lowers her gaze to the left—as in the National Gallery version—while in others, she looks to the right, or raises her eyes to heaven, or wears a blue veil instead of a white one.
How the work came to the National Gallery
The National Gallery acquired “The Virgin in Prayer” and “The Embrace of the Virgin and Child” in the mid-19th century, at a time when interest in Sassoferrato and Raphael was growing. Since then, these works have helped bring to light an artist who, though prolific and popular in the 17th century, long remained in the background of art history.
For now, yours truly, Michelangelo Buonarroti bids you farewell and invites you to join him in future posts and on social media.

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Oltre alla meravigliosa espressività di quest’opera è proprio quel colore blu che lascia senza parole, di una bellezza e di una intensità unica. Sembra un’opera appena fatta tanto è perfetta in ogni sua minima parte, pensare che abbia secoli di vita alle spalle ci lascia davvero esterrefatti per tanta magnificenza 👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👍👍👍👍👍👍👍👍👍
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Un’opera straordinaria che quel blu lapislazzuli rende ancora più intensa
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