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Una Divina Commedia illustrata da me? La leggenda del naufragio

Di leggende sul mio conto ne esistono tantissime, alcune molto facili da sfatare anche se dure a morire, altre un po’ più elaborate ma non per questo attendibili.

Tuttavia alcune di queste fandonie sono talmente affascinanti che non si può non conoscerle.

Si narra per esempio che esistesse un esemplare di una Divina Commedia illustrata da me, una meraviglia che sarebbe poi andata perduta in un terribile naufragio. Una leggenda oggi poco nota ma che in un’epoca precedente a questa era molto conosciuta.

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Il binomio che vedeva me legato a Dante era semplice da fare. Come sapete amavo i suoi scritti e non è un mistero che la Divina Commedia mi fu di gande ispirazione per affrescare il Giudizio Universale. Chi non avrebbe desiderato sapere dell’esistenza di una Divina Commedia illustrata che avrebbe unito ancor di più me a Dante?

Ma quale fu l’origine di questa leggenda?

Il Condivi non fa menzione alcuna di un possibile manoscritto illustrato da me ma si limitò a fare riferimento al legame con Dante “del qual’è sempre stato studiosomettendo il luce il fatto che sapessi quasi tutta a memoria la Divina Commedia.

Stessa cosa vale per il Vasari in entrambe le edizioni delle Vite. In tal caso il biografo e amico allude alla mia familiarità con Dante e all’ammirazione che avevo nei suoi confronti.

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La leggenda inizia a partire dal 1760, quindi poco meno di duecento anni dopo la mia morte, con la quarta edizione delle Vite del Vasari, corretta e arricchita di note da monsignor Giovanni Bottari.

In quella versione delle Vite appare per la prima volta la notizia che avevo illustrato una Divina Commedia in un’annotazione a piè di pagina che riguardava il Giudizio Universale.

Bottari raccontò che avevo fra le mani l’edizione della Divina Commedia commentata da Landino in carta grossa e con margini di mezzo palmo. Proprio su quei margini, a detta sua, avrei disegnato a penna ciò che il Sommo mise in versi con numerose figure di nudi.

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Quel volume così prezioso sarebbe poi finito nelle mani di Antonio Montauti, uno scultore amico dell’abate Salvini. L’artista lo sigillò in una cassa assieme ai suoi attrezzi del lavoro e qualche opera per imbarcarlo al porto di Livorno assieme a un suo fedele collaboratore.

La nave però prima di passare dinnanzi a Civitavecchia colò a picco trascinando sul fondo del mare sia l’allievo che la Divina Commedia illustrata da me.

Per raccontare questi fatti Bottari non usa alcuna fonte per dar credito a ciò che racconta e nemmeno ne esiste traccia in testimonianza che precedano la sua singolare nota.

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Dopo l’invenzione di Bottari, quella leggenda verrà ripresa più volte da altri, cambiata nei contenuti e addirittura, in alcuni casi, stravolta e rielaborata completamente con date, nomi, luoghi e protagonisti differenti.

Per il momento il vostro Michelangelo Buonarroti vi saluta dandovi appuntamento ai prossimi post e sui social.

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A Divine Comedy illustrated by me? The legend of the shipwreck

As you know, there are many legends about me, some very easy to debunk even if they die hard, others a little more elaborate but not for this reason reliable.

However, some of these lies are so fascinating that you can not know them.

For example, it is said that there was a copy of a Divine Comedy illustrated by me, a marvel that was later lost in a shipwreck. A legend that is little known today but which in an era prior to this was well known by most.

The binomial that saw me linked to Dante was simple to do. As you know I loved his writings and it is no mystery that the Divine Comedy was a great inspiration for me to paint the Last Judgment. Who wouldn’t have wanted to see a Divine Comedy that would have united me even more with Dante?

But what was the origin of this legend?

Condivi makes no mention of a possible Dante manuscript illustrated by me but limited himself to referring to my connection with Dante “of which he has always been a scholar” highlighting the fact that I knew almost all of the Divine Comedy by heart.

The same is true of Vasari in both editions of the Lives. In this case the biographer and friend alludes to my familiarity with Dante and the admiration I had for him.

The legend begins in 1760, therefore just under two hundred years after my death, with the fourth edition of Vasari’s Lives, corrected and enriched with notes by Monsignor Giovanni Bottari. In that version of the lives the news appears for the first time that I had illustrated a Divine Comedy in a footnote concerning the Last Judgment.

Bottari recounted that I had in my hands the edition of the Divine Comedy commented by Landino on thick paper and with margins of half a palm. Precisely on those margins, according to him, I would have drawn in pen what the Supreme put in verse with numerous figures.

That precious volume would then end up in the hands of Antonio Montauti, a sculptor friend of Abbot Salvini. The artist sealed it in a box together with his work tools and some work to embark it at the port of Livorno together with a faithful collaborator of his. However, before passing in front of Civitavecchia, the ship sank, dragging both the pupil and the Divine Comedy illustrated by me to the bottom of the sea.

To tell these facts Bottari does not use any source to give credit to what he says and there is not even a trace of it in testimony that precedes his singular note.

After the invention of Bottari, that legend will be taken up several times by others, changed in content and even, in some cases, distorted and completely reworked.

For the moment, your Michelangelo Buonarroti greets you by making an appointment for the next posts and on social media.

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1 commento »

  1. Grazie, sono pagine che fanno… Viaggiare nell’arte e nel tempo. Leggerezza e bellezza, questo è il gusto che dona la lettura di queste pagine,! Giusto difficile da trovare in questi tempi.

    Ancora, grazie

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