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Le meravigliose tarsie lignee di Lorenzo Lotto a Bergamo

Oggi vi porto assieme a me alla scoperta delle superbe tarsie lignee disegnate da Lorenzo Lotto e realizzate poi da Giovan Francesco Capoferri fra il 1524 e il 1532.

Per vedere con i vostri occhi questi capolavori realizzati con un’incredibile maestria, dovrete entrare nella cattedrale di Santa Maria Maggiore a Bergamo Datemi il tempo di sedervi e vi racconto perbenino la storia di quella commissione che vide coinvolti i due artisti prima citati.

L’incontro fra Lorenzo Lotto e Giovanni Francesco Capoferri

Giovanni Francesco Capoferri era figliolo di una famiglia di falegnami. Nacque a Riva di Solto e qualche anno dopo, nel 1421, fu mandato a bottega dall’intarsiatore Damiano Zambelli che in quel momento era alle prese con i lavori per il coro di San Domenico.

Fu proprio in quella chiesa che Lorenzo Lotto ebbe modo di vedere il ragazzo al lavoro e gli parve assai dotato. Gli affidò subito la realizzazione di una tarsia raffigurante una Annunciazione che avrebbe dovuto presentare al Consorzio della Misericordia per ottenere una commissione assai importante: quella della realizzazione del coro di Santa Maria Maggiore.

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La tarsia realizzata da Capoferri fu subito appressata e i Consiglieri vollero lui per realizzare l’opera che Lotto avrebbe disegnato. Non solo: quel talento straordinario aveva bisogno di essere stimolato così i Consiglieri inviarono il giovane ragazzo nelle botteghe dei più grandi intarsiatori del momento di Bologna, Parma, Verona e Pavia.

Capoferri tornò più consapevole delle proprie possibilità e non volle limitarsi a realizzare tarsie prospettiche molto in voga al moment, ma scelse di realizzare delle vere e proprie pitture con differenti essenze di legno, spesso costituite da un fondo di noce con intarsi di acero.

Giuditta
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Il programma iconografico delle tarsie venne studiato dall’erudito fra Girolamo Terzi e come accennato prima, a Lorenzo Lotto spettò di disegnare le trentasei immagini diverse che poi Giovan Francesco Capoferri intarsiò con una cura maniacale dei dettagli.

Un lavoro molto complesso e assai simbolico che intreccia temi religiosi e archetipi pagani. Alle storie bibliche vengono associate metafore dell’alchimia e concetti tipici della filosofia neoplatonica.

o ha elaborato un sincretismo fra temi religiosi e archetipi pagani, fra concetti spirituali e temi profani, così che alle storie bibliche si sono congiunte metafore dell’Alchimia, figure care all’Ermetismo, suggestioni della mitologia greco-romana e concetti della filosofia neoplatonica.

Allegoria del sacrificio di Caino e Abele

I Consiglieri si resero conto che il lavoro era davvero mirabile e decisero di commissionare a Lotto e al Capoferri anche la realizzazione dei coperchi che avrebbero protetto le tarsie. Lotto intuì che poteva pretendere un compenso maggiore ma gli fu negato.

S’arrabbiò parecchio e aveva pure ragione: il lavoro si paga. Lorenzo caparbiamente affermò che non avrebbe profilato le tarsie, ovvero non avrebbe rifinito a bulino le opere aggiungendo dettagli appena uscite dalle mani del collega. Siccome però i Consiglieri del Consorzio della Misericordia non smettevano di fargli pressioni affinché finisse il lavoro in maniera degna, si scocciò ( e chi non lo sarebbe stato al suo posto?) e scappò. Ecco perché poi la profilatura venne poi eseguita da Ludovico da Mantova nel 1530.

Allegoria del sacrificio di Melchisedek

Quando ci sarà di nuovo la possibilità di spostarsi e viaggiare, non dimenticate di entrare nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Bergamo per ammirare queste meravigliose tarsie lignee.

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