Io vengo per goderti più da presso
Ovvia incomincia un’altra giornata. Cosa porterà in dono? Cosa ci sottrarrà? Intanto vi scrivo qualche verso infiammato dalla mia Firenze e mi vado a bere il secondo caffè. Ci si alza presto qui e fra non molto apriranno le porte di Santa Croce ai turisti… fino a sera non ci sarà tregua e voglio stare ben sveglio per guardarvi tutti uno a uno. Venitemi a trovare qui dinnanzi al mio sepolcro, vi aspetto.
Tu sa’ ch’i’ so, signor mie, che tu sai
ch’i vengo per goderti più da presso,
e sai ch’i’ so che tu sa’ ch’i’ son desso:
a che più indugio a salutarci omai?
Se vera è la speranza che mi dai,
se vero è ‘l gran desio che m’è concesso,
rompasi il mur fra l’uno e l’altra messo,
ché doppia forza hann’i celati guai.
S’i’ amo sol di te, signor mie caro,
quel che di te più ami, non ti sdegni,
ché l’un dell’altro spirto s’innamora.
Quel che nel tuo bel volto bramo e ‘mparo,
e mal compres’ è dagli umani ingegni,
chi ‘l vuol saper convien che prima mora.
Vi saluto augurandovi buona giornata con una foto scattata da Vincenzo Balocchi in Piazza della Signoria a Firenze, anno 1957
Michelangelo Buonarroti e le sue malinconie








